Che cos'è il resveratrolo?

Il resveratrolo (RSV) è un polifenolo naturale che funziona come un fitoestrogeno. Si trova nelle bacche, nelle noci, nell'uva e in altre fonti vegetali ampiamente utilizzate nella medicina asiatica. I risultati delle ricerche condotte sugli animali e sull'uomo sostengono che il resveratrolo può avere effetti benefici su una serie di disturbi medici e psichiatrici mediati da effetti antinfiammatori e antiossidanti, ma i risultati della maggior parte degli studi clinici sull'uomo sono limitati da difetti nella progettazione dello studio e dalla dimensione ridotta del campione. Poiché il resveratrolo può provocare cambiamenti simili nell'espressione genica indotta dalla restrizione calorica, è stato studiato per i suoi potenziali effetti sul prolungamento della durata della vita, ma i risultati degli studi sui primati non umani non sono coerenti;

Come funziona il resveratrolo?

Gli effetti benefici del resveratrolo sull'umore, sull'ansia e sulle funzioni cognitive possono essere mediati da una serie di meccanismi. I risultati delle ricerche in corso sostengono che il resveratrolo ha effetti protettivi contro le malattie neurodegenerative e può rallentare la velocità di progressione dei sintomi cognitivi. I risultati degli studi sugli animali suggeriscono che il resveratrolo può avere effetti neuroprotettivi sul morbo di Parkinson, sulla malattia di Huntington, sulla sclerosi multipla, sul morbo di Alzheimer e su altre malattie neurodegenerative. I risultati di studi in vivo suggeriscono che gli effetti antidepressivi e ansiolitici indotti dal resveratrolo sono mediati dall'inibizione della fosfodiesterasi 4. Uno studio pubblicato di recente ha riportato che il resveratrolo previene e inverte il danno ossidativo alle proteine e ai lipidi in molte regioni cerebrali in un modello animale della smania. Gli effetti benefici del resveratrolo sul morbo di Alzheimer possono essere mediati dal suo ruolo nel ridurre il rischio di sindrome metabolica con conseguente riduzione dell'infiammazione nell'organismo e nel cervello, vasodilatazione arteriosa cerebrale ed effetti neuroprotettivi diretti sulle regioni cerebrali della corteccia mediale e dell'ipotalamo. Infine, il resveratrolo induce alterazioni epigenetiche nel DNA, riducendo forse il rischio di sviluppare diversi tipi di malattie croniche.

In che modo il resveratrolo può giovare alla funzione cognitiva?

L'accumularsi di risultati su animali assieme ad alcuni studi clinici sull'uomo ha portato a un crescente interesse per il resveratrolo per il miglioramento delle funzioni cognitive negli adulti sani e come potenziale trattamento del morbo di Alzheimer e di altri disturbi neurologici degenerativi.

Ad oggi i risultati degli studi sugli effetti cognitivi del resveratrolo e di altri fitoestrogeni in popolazioni sane sono incoerenti, forse a causa delle differenze di dosaggio, della durata dello studio e dei test utilizzati per valutare la funzione cognitiva. Gli uomini sani che hanno ricevuto un trattamento a breve termine con resveratrolo (da 250 a 500 mg) hanno sperimentato un aumento del flusso sanguigno cerebrale dipendente dalla dose ricevuta, ma non hanno registrato miglioramenti nella funzione cognitiva. In uno studio di 4 settimane, adulti sani trattati con 500 mg di resveratrolo hanno riportato una significativa riduzione della fatica, ma nessun cambiamento nelle prestazioni cognitive. In uno studio di 26 settimane, adulti anziani sani e in sovrappeso sono stati trattati con un regime combinato di resveratrolo e quercetina, hanno registrato miglioramenti nella memoria e hanno mostrato una maggiore connettività funzionale nell'ippocampo e un metabolismo cerebrale del glucosio più elevato. Il resveratrolo può avere effetti per il miglioramento cognitivo negli anziani sani. Una revisione sistematica di 23 studi randomizzati e controllati ha rilevato miglioramenti di piccola o media entità nelle funzioni cognitive in uomini anziani e donne in post-menopausa che hanno assunto resveratrolo da 150 a 200 mg al giorno per almeno 14 settimane. Il miglioramento della funzione cognitiva era correlato al miglioramento del flusso sanguigno cerebrale.

I polifenoli, tra cui il resveratrolo e altri, sono oggetto di un crescente interesse da parte della ricerca per il loro potenziale ruolo nella prevenzione del morbo di Alzheimer; ma va considerato che questo lavoro è ancora in fase iniziale e sono stati condotti pochi studi clinici sull'uomo. In uno studio multicentrico di fase 2, controllato con placebo e in doppio cieco della durata di 52 settimane, che ha esaminato il resveratrolo per verificarne la sicurezza e la tollerabilità, individui (N=119) con diagnosi di morbo di Alzheimer (AD) da lieve a moderata sono stati randomizzati con placebo contro resveratrolo. I soggetti trattati con resveratrolo hanno iniziato con 500 mg al giorno per poi continuare con incrementi di 500 mg ogni 13 settimane fino a un massimo di 2000 mg al giorno.. I dati raccolti durante lo studio comprendevano biomarcatori di MA, risonanza magnetica volumetrica ed esiti clinici. I soggetti del gruppo del resveratrolo hanno mostrato un declino più lento nei livelli CSF di biomarcatori che potrebbero riflettere il ridotto accumulo di amiloide-beta nel cervello. È significativo che nel gruppo del resveratrolo siano diminuiti anche i livelli di MMP-9, un biomarcatore associato a un aumento del rischio di processi neurodegenerativi associati all'AD. Questa analisi suggerisce che il resveratrolo svolge un ruolo neuroprotettivo diretto riducendo la permeabilità della barriera emato-encefalica alle molecole pro-infiammatorie. Gli effetti avversi più comuni che sono stati riscontrati sono stati nausea, diarrea e perdita di peso. In uno studio retrospettivo, l'analisi di un sottogruppo di persone con AD che avevano ricevuto il resveratrolo nello studio di Fase II (di cui sopra) ha mostrato un netto miglioramento dei biomarcatori del liquor e del plasma rispetto al gruppo placebo e un miglioramento dei punteggi nelle misure delle attività della vita quotidiana (ADL). Sono necessari ulteriori studi per interpretare il significato dei cambiamenti nei biomarcatori di AD associati al resveratrolo. 

Resveratrolo e Depressione

Unaricerca su resveratrolo come potenziale trattamento per la depressione è in una fase molto iniziale. I risultati di studi in vivo e su animali suggeriscono che il resveratrolo ha effetti neuroprotettivi contro i cambiamenti patologici del cervello mediati dallo stress ossidativo e dall'infiammazione che possono manifestarsi come depressione. Questi risultati hanno portato ad un recente aumento dell'interesse per il resveratrolo come potenziale antidepressivo.  

Il resveratrolo è sicuro? 

Il resveratrolo è generalmente ben tollerato alle dosi comunemente consigliate. Gli effetti collaterali più comuni del resveratrolo sono diarrea, nausea e perdita di peso. Effetti collaterali più gravi sono stati segnalati a dosi elevate, fino a 2000 mg due volte al giorno. Non sono state segnalate interazioni farmacologiche avverse, tuttavia è noto che dosi elevate di resveratrolo inibiscono gli enzimi del citocromo P450, dando luogo a potenziali interazioni con molti farmaci. 

Come ottenere ottimi risultati dagli integratori con il resveratrolo 

Un'importante area di ricerca in corso riguarda lo sviluppo di prodotti con una maggiore biodisponibilità al fine di potenziare i potenziali effetti benefici del resveratrolo sul corpo ed il cervello. Se assunto da solo, i potenziali benefici cognitivi del resveratrolo possono essere limitati dalla sua scarsa biodisponibilità, dovuta alla sua bassa stabilità, alla rapida ossidazione in seguito all'esposizione al calore e alla luce, alla bassa solubilità in acqua e all'elevato tasso di assorbimento nel fegato. I risultati di studi in vivo e su animali suggeriscono che la biodisponibilità e l'efficacia del resveratrolo per diverse indicazioni cliniche possono essere potenziate se viene assunto in combinazione con altri prodotti naturali. Uno studio recente ha rilevato che la combinazione del resveratrolo con la piperina ha aumentato significativamente la biodisponibilità nel cervello e ha determinato un aumento del flusso sanguigno cerebrale, ma non ha migliorato le funzioni cognitive o l'umore. Per chiarire come le differenze genetiche, l'età, il sesso, la dieta e la variabilità del microbioma influenzino la biodisponibilità del resveratrolo sono necessari ampi studi su animali e uomini. Le differenze fra individui nella biodisponibilità implicano che la dose minima efficace di resveratrolo - assunto da solo o in combinazione con altri prodotti naturali o come coadiuvante dei farmaci - deve essere valutata caso per caso.

Si stanno attuando degli sforzi per migliorare la biodisponibilità del resveratrolo attraverso nuovi sistemi di somministrazione e derivati semisintetici, tra cui il nanoincapsulamento in nanovettori lipidici o liposomi, nanoemulsioni e altri approcci. I primi risultati sembrano promettenti, ma sono necessari ulteriori studi in vivo per identificare approcci appropriati e sicuri per l'uso clinico. 

Il resveratrolo è un composto promettente 

Il resveratrolo promette di essere un importante futuro trattamento non farmacologico di molti disturbi medici e neuropsichiatrici. La ricerca sul resveratrolo come potenziale trattamento del declino cognitivo nella morbo di Alzheimer, in altre malattie neurodegenerative e nell'umore depresso è ancora in fase iniziale. Ad oggi, la maggior parte delle prove della ricerca proviene da studi sugli animali. Sono stati condotti solo pochi studi clinici sull'uomo, per lo più su pazienti sani. Sono necessari ampi studi clinici a lungo termine controllati con placebo sull'uomo per valutare il profilo di sicurezza del resveratrolo, caratterizzare ulteriormente le potenziali interazioni con altri prodotti naturali o farmaci, identificare preparazioni che aumentino la biodisponibilità e determinare i dosaggi ottimali sicuri per i disturbi medici e neuropsichiatrici.

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