Le tue preferenze per questa sessione sono state aggiornate. Per modificare definitivamente le impostazioni del tuo account, vai a Il mio account
Ti ricordiamo che puoi aggiornare le preferenze del Paese o della lingua in qualsiasi momento in Il mio account
>
Clicca per vedere la nostra Dichiarazione di Accessibilità
checkoutarrow
IT
Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.

Anti-invecchiamento

Che cosa si intende per anti-invecchiamento?


L’obiettivo delle strategie di contrasto all’invecchiamento è di affrontare i problemi di fondo che portano all’accelerazione dell’invecchiamento cellulare, nonché la prevenzione delle condizioni mediche associate all’invecchiamento, incluso il declino fisico e mentale.


Quali sono le cause dell’invecchiamento?


La maggior parte degli esperti è concorde nel ritenere che l'invecchiamento sia il risultato della durata programmata della vita cellulare e dei danni cellulari. La più recente, e più plausibile, teoria dell’invecchiamento programmato è quella dell’accorciamento dei telomeri. I telomeri, ossia le parti terminali delle molecole del nostro DNA, sono gli “orologi dell’invecchiamento”. Ogni volta che una cellula del nostro organismo si replica, i telomeri si accorciano. Più i telomeri si accorciano, maggiore è l’effetto sull’espressione genica. Il risultato è l’invecchiamento cellulare.


Le teorie del danno comprendono le teorie dei radicali liberi e dell’eccessiva glicosilazione. I radicali liberi possono derivare dall’ambiente (luce del sole, raggi X, radiazioni, sostanze chimiche), da alimenti o bevande ingeriti, oppure possono essere prodotti all’interno del nostro organismo durante le reazioni chimiche. I composti che prevengono i danni da radicali liberi sono noti come “antiossidanti” o “spazzini” dei radicali liberi.


La teoria della glicosilazione ipotizza che le molecole di glucosio si attacchino continuamente alle proteine cellulari fino a quando queste non smettono di funzionare correttamente. L’eccessiva glicosilazione ha diversi effetti negativi: disattivazione di enzimi, danni alle proteine strutturali e regolatrici, compromissione della funzione immunitaria e aumento delle disfunzioni cellulari.


Quali fattori alimentari sono importanti per contrastare l’invecchiamento?


Dal momento che le malattie cardiovascolari e il cancro sono i principali responsabili della riduzione della durata della vita, le strategie alimentari associate alla protezione da questi fattori si applicano anche alle strategie anti-invecchiamento. Ecco le principali raccomandazioni dietetiche:


  1. Consumare un ampia varietà di frutta e verdura. Una dieta ricca di frutta e verdura è la scelta migliore per prevenire praticamente tutte le malattie croniche e contrastare il processo di invecchiamento.
  2. Adottare un’alimentazione che favorisca il controllo della glicemia. Gli zuccheri concentrati, i cereali raffinati e altre fonti di carboidrati semplici vengono assorbiti velocemente nel flusso sanguigno, provocando un rapido aumento della glicemia ed un’eccessiva glicosilazione.
  3. Ridurre l’assunzione di carne e di altri alimenti di origine animale. È ampiamente provato che un elevato consumo di carne rossa o lavorata aumenta il rischio di mortalità; in altri termini, questi alimenti provocano una morte precoce.
  4. Consumare il tipo corretto di grassi. L’obiettivo è diminuire l’assunzione totale di grassi (particolarmente di grassi saturi, acidi grassi trans e grassi omega 6) aumentando allo stesso tempo quella di acidi grassi omega 3 e acidi grassi monoinsaturi.
  5. Ridurre il consumo di sale e aumentare quello di potassio. Consumare meno alimenti lavorati e sale, aumentando allo stesso tempo il consumo di alimenti integrali.
  6. Evitare gli additivi alimentari. Questi ultimi comprendono sostanze come i conservanti, gli aromi artificiali e gli acidificanti.
  7. Bere quantità sufficienti di acqua ogni giorno. L’acqua è fondamentale per la vita. È importante quindi bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno. Anche una lieve disidratazione può compromettere le funzioni dell’organismo.

Quali integratori alimentari bisogna assumere per contrastare l’invecchiamento?


Integratori di base. Integratore multiminerale e multivitaminico ad alta potenza; vitamina D3: 2.000-5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA e DHA: da 1.000 a 3.000 mg/giorno.


La vitamina D3 rallenta l’invecchiamento aumentando la lunghezza dei telomeri. L’obesità, il fumo e la vita sedentaria possono accorciare i telomeri. Tuttavia, i ricercatori hanno riscontrato che l’aumento dei livelli di vitamina D3 è in grado di neutralizzare questi effetti. Dosi: 2.000-5.000 UI al giorno.


Il resveratrolo è un composto vegetale simile ai flavonoidi che si trova a bassi livelli nella buccia delle uve rosse, nel vino rosso, nella polvere di cacao, nel cioccolato da forno, nel cioccolato fondente, nelle arachidi e nella buccia del gelso. La maggior parte degli integratori a base di resveratrolo sono derivati dalla reynoutria japonica (polygonum cuspidatum). Il resveratrolo attiva un enzima noto come sirtuina 1 che svolge un ruolo importante nella regolazione della durata della vita cellulare, favorendo inoltre una migliore sensibilità all’insulina. Dosi: 500 mg da una a tre volte al giorno.


La pirrolochinolina chinone (PQQ) è un nuovo composto simile alle vitamine che si trova in cibi di origine vegetale e che mostra numerosi vantaggi per le funzioni cerebrali e corporee. Questo composto esercita un effetto sinergico con il coenzima Q10 ed è vitale per il funzionamento dei mitocondri (i compartimenti delle nostre cellule che producono energia). Sia il coenzima Q10 che la PQQ proteggono dai danni alle cellule cerebrali. Studi sugli animali e sull’uomo hanno dimostrato che è un ricostituente della memoria e la sua attività antiossidante è assolutamente eccezionale (circa 5.000 volte l’effetto della vitamina C). Dosi: 10-20 mg al giorno.


Il ruolo principale svolto dal deidroepiandrosterone (DHEA) è quello di precursore di tutti gli altri ormoni steroidei presenti nel corpo umano, tra cui gli ormoni sessuali e i corticosteroidi. Poiché i livelli di DHEA tendono a diminuire con l’età, la sua integrazione può offrire protezione contro gli effetti dell’invecchiamento. Studi clinici hanno rilevato che il DHEA è un elemento promettente per il potenziamento della memoria e il miglioramento delle funzioni mentali negli anziani, nonché per l’aumento della forza muscolare e della massa corporea magra, per il rafforzamento della funzione immunitaria e il miglioramento della qualità della vita degli anziani. Dosi: 15-25 mg al giorno.


La melatonina svolge un ruolo chiave come orologio biologico della secrezione ormonale, nonché nella regolazione del sonno. La mancanza o la scarsa qualità del sonno possono accelerare il processo di invecchiamento, specialmente per quanto riguarda il cervello. Dosi: 3-5 mg al momento di coricarsi.


Come si fa a sapere se le raccomandazioni funzionano?


Eseguire un esame del sangue per verificare i livelli di proteina C reattiva (PCR). Questo composto è un indice di infiammazione sistemica. I fattori che possono scatenare infiammazioni latenti sono molti e includono la resistenza all’insulina, l’obesità, lo stress emotivo, le tossine ambientali, l’assunzione di quantità insufficienti di antiossidanti e la sovraesposizione a radicali liberi (ad esempio, radiazioni, fumo, e così via). La misura della PCR rappresenta una valutazione generale del processo di invecchiamento. Livelli più alti sono associati a un invecchiamento cellulare accelerato, in quanto molti dei fattori che favoriscono le infiammazioni favoriscono anche l’invecchiamento precoce.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista sanitario per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista sanitario.

Salute della vescica

Cosa si intende per salute della vescica?


I disturbi della funzione e della struttura della vescica urinaria sono estremamente comuni, soprattutto nelle donne. Se le infezioni del tratto urinario sono un evidente problema della vescica, altre cause di disfunzione vescicale includono semplicemente l’irritazione della vescica, che causa una vescica iperattiva. Un altro problema è la cistite interstiziale cronica/sindrome della vescica dolorosa (CI), una forma persistente di irritazione della vescica non dovuta a un’infezione.


I sintomi classici dell’irritazione della vescica sono il bruciore durante la minzione, l’aumento della frequenza urinaria (soprattutto di notte) e il dolore al basso ventre.


AVVERTIMENTO: Anche se la maggior parte dei problemi vescicali non è grave, è importante che tali disturbi vengano diagnosticati, trattati e monitorati adeguatamente. In caso di sintomi indicativi di un’infezione della vescica, consultare immediatamente un medico.


Quali fattori influiscono sulla salute della vescica?


Ci sono diversi fattori associati a un aumento del rischio di infezione vescicale: la gravidanza (due volte più frequente), la menopausa, i rapporti sessuali (le suore hanno un’incidenza pari a un decimo), le irritazioni o i traumi meccanici e, forse il più importante, le anomalie strutturali del tratto urinario che bloccano il libero flusso dell’urina. Per quanto riguarda la vescica iperattiva e la cistite interstiziale, si ritiene che queste condizioni siano causate principalmente dalla perdita di un adeguato controllo muscolare o dall’irritazione cronica del rivestimento della vescica.


Quali fattori alimentari sono importanti nella salute della vescica?


Si raccomanda soprattutto di aumentare il consumo di liquidi. L’ideale sarebbe assumere liquidi sotto forma di acqua, tisane e succhi di frutta e verdura freschi diluiti almeno con una pari quantità di acqua. In caso di infezione alla vescica, occorre bere almeno 2 litri di liquidi appartenenti a questa categoria, di cui almeno la metà acqua. È inoltre opportuno evitare liquidi come soft drink, succhi di frutta concentrati, caffè e bevande alcoliche.


Il succo di mirtillo rosso è particolarmente indicato nel trattamento delle infezioni della vescica. Diversi studi clinici hanno dimostrato che il consumo di circa 500 ml di succo di mirtillo rosso al giorno produce effetti benefici in circa sette soggetti su dieci con in corso infezioni della vescica. Il succo di mirtillo rosso sembra ancora più efficace nella prevenzione delle infezioni della vescica. Il succo di mirtillo rosso riduce la capacità dell’E. coli di aderire al rivestimento della vescica. Quando i batteri aderiscono a questo rivestimento della mucosa, il rischio di infezione aumenta. Il succo di mirtillo rosso diminuisce l’aderenza dei batteri, riduce notevolmente la probabilità di infezione e aiuta l’organismo a combattere le infezioni. Il succo di mirtillo è un’alternativa adeguata al succo di mirtillo rosso per il trattamento delle infezioni della vescica.


Quali integratori alimentari dovrei assumere per la salute della vescica?


Integratori di base. Integratore multiminerale e multivitaminico ad alto dosaggio; vitamina D3 2.000-5.000 IU/giorno; olio di pesce, EPA+DHA da 1.000 a 3.000 mg/giorno.


Calcio e citrato di magnesio. I minerali legati al citrato vengono impiegati da tempo per ridurre l’irritazione della vescica e alleviare i sintomi. Dose: da 125 a 250 mg di calcio/magnesio citrato tre o quattro volte al giorno.


L’uva ursina (Arctostaphylos uva ursi: uva ursina o mirtillo nero) è una delle erbe più utili per favorire la salute della vescica. È addirittura più efficace del succo di mirtillo rosso. In uno studio in doppio cieco che ha utilizzato un estratto standardizzato di uva ursina in donne soggette a infezioni vescicali ricorrenti, nessuna delle trenta donne che hanno assunto l’estratto di uva ursina ha avuto una recidiva. Non sono stati segnalati effetti collaterali in nessuno dei due gruppi. Dose: per ottenere i massimi benefici assumere estratti di uva ursina standardizzati contenenti il 10% di arbutina, una dose corrispondente a 250-500 mg tre volte al giorno con un bicchiere d’acqua.


I concentrati o gli estratti di mirtilli rossi in pillole rappresentano una soluzione semplice ed economica per sfruttare i benefici dei mirtilli rossi nella prevenzione delle infezioni del tratto urinario. Dose: utilizzare marchi affermati, ad esempio CranMax e CranRich, e seguire le raccomandazioni per la dose.


Come faccio a sapere se il programma funziona?


Anche in questo caso, alla comparsa di sintomi indicativi di un’infezione della vescica, consultare immediatamente un medico. Se i sintomi spariscono, il programma sta funzionando.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.

Pressione sanguigna

Cosa si intende per ipertensione arteriosa?


Il termine “pressione arteriosa” si riferisce alla resistenza incontrata dal sangue quando il cuore, battendo, fa scorrere il sangue nelle arterie. Il valore di picco della pressione esercitata dalla contrazione del cuore è chiamato pressione sistolica. Tra un battito e l’altro il cuore si rilassa facendo scendere la pressione sanguigna. Questo valore più basso è chiamato pressione diastolica. I valori normali della pressione sanguigna negli adulti sono 120 (sistolica)/80 (diastolica). Valori al di sopra di questi livelli rappresentano un importante rischio di infarto e ictus. L’ipertensione arteriosa può essere suddivisa nei seguenti livelli:


  • Pre-ipertensione (120-139/80-89)
  • Borderline (120-160/90-94)
  • Lieve (140-160/95-104)
  • Moderata (140-180/105-114)
  • Grave (più di 160/più di 115)

L’ipertensione borderline o lieve è generalmente priva di sintomi. L’ipertensione grave può essere associata ad aumento della sonnolenza, confusione, cefalea, nausea e vomito.


Quali sono le cause dell’ipertensione arteriosa?


L’ipertensione arteriosa è strettamente correlata allo stile di vita e all’alimentazione. Tra i fattori principali legati allo stile di vita che potrebbero causare l’ipertensione possiamo annoverare: il consumo di caffè, l’assunzione di alcol, la sedentarietà, lo stress e il fumo. Importanti fattori legati all’alimentazione comprendono: obesità, elevato rapporto sodio/potassio, dieta povera di fibre e ricca di zuccheri, assunzione di elevate quantità di grassi saturi e basse quantità di acidi grassi essenziali e una dieta a basso tenore di calcio, magnesio e vitamina C.


Quali fattori alimentari sono importanti in caso di ipertensione arteriosa?


Il consiglio più importante per i soggetti ipertesi è il raggiungimento del peso corporeo ideale. Anche una perdita di peso modesta può spesso produrre una significativa diminuzione della pressione sanguigna. Per ulteriori informazioni, consultare la sezione sulla perdita di peso.


L’ipertensione è associata a una dieta ad alto contenuto di sodio e basso contenuto di potassio. Il modo più semplice per ridurre l’assunzione di sodio è evitare alimenti confezionati e l’uso di sale da tavola. Il modo migliore per incrementare il livello di potassio è aumentare il consumo di frutta, verdura, cereali integrali e legumi.


Gli alimenti specifici per i soggetti ipertesi comprendono sedano, aglio e cipolle, frutta a guscio e semi, pesce d’acqua fredda, come il salmone e lo sgombro, o prodotti a base di olio di pesce concentrati per gli acidi grassi omega 3 EPA e DHA, verdure a foglia verde e di mare per il loro contenuto di calcio e magnesio, semi di lino macinati, cereali integrali e legumi per il loro contenuto di fibra, nonché alimenti ricchi di vitamina C, come i broccoli e gli agrumi.


Quali integratori alimentari bisogna assumere per l’ipertensione arteriosa?


Integratori di base. Integratore multiminerale e multivitaminico ad alta potenza; vitamina D3: 2.000-5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA e DHA: da 1.000 a 3.000 mg/giorno.


È stato dimostrato che l’integrazione di magnesio contribuisce a ridurre la pressione sanguigna, in particolare per i pazienti che già assumono farmaci per l’ipertensione. Dosi: 150-250 mg tre volte al giorno. Le formulazioni più efficaci sono: magnesio citrato, malato, glicinato e aspartato.


AVVERTENZA: Le persone affette da malattie renali o da gravi patologie cardiache (come il blocco atrioventricolare di alto grado) non devono assumere magnesio se non dietro consiglio diretto del medico.


I peptidi di pesce bonito (ad esempio, PeptAce), una miscela purificata di piccoli peptidi (proteine) derivati dal pesce bonito, rilassano le pareti delle arterie e contribuiscono a ridurre il volume dei liquidi. Studi clinici hanno mostrato che i peptidi del pesce bonito sono efficaci nel migliorare il controllo della pressione sanguigna. Questi studi hanno riscontrato un significativo grado di riduzione della pressione sanguigna, con una riduzione della pressione sistolica in genere di almeno 10 mmHg e di quella diastolica di almeno 7 mmHg. Dosi: 1.500 mg al giorno.


L’estratto di semi di sedano (standardizzato per un contenuto dell’85% di 3-n-butilftalide [3nB]) ha dimostrato di contribuire anche al controllo della glicemia. Il 3nCB è un composto che si trova esclusivamente nel sedano ed è responsabile dei suoi caratteristici sapore e profumo. È stato identificato come componente attivo del sedano in seguito agli studi di alcuni ricercatori che cercavano di spiegare alcuni degli effetti tradizionalmente attribuiti al sedano, tra cui la riduzione della pressione sanguigna e il sollievo dai dolori articolari. Dosi: 75-150 mg due volte al giorno.


In alcuni casi, il coenzima Q10 (CoQ10)) può contribuire a ridurre la pressione sanguigna. Dosi: 200-400 mg al giorno.


I preparati a base di aglio possono ridurre la pressione. Dosi: il contenuto potenziale di allicina dovrebbe essere di almeno 4.000 mcg al giorno.


Come si fa a sapere se le raccomandazioni funzionano?


Per verificare se il programma sta funzionando è necessario monitorare la pressione sanguigna. La riduzione non è immediata, in quanto è spesso necessario attendere dalle 4 alle 6 settimane prima che gli effetti delle strategie basate su dieta, stile di vita e integratori mostrino i loro effetti. È bene ricordare che l’ipertensione arteriosa non va sottovalutata. Mantenere la pressione sanguigna entro i valori normali non solo allunga la vita, ma migliora la sua qualità. Questo è vero soprattutto se, per ottenere una pressione sanguigna corretta, si utilizzano rimedi naturali anziché farmaci, che possono causare effetti collaterali come affaticamento, cefalea e impotenza.


In caso di ipertensione arteriosa grave o se l’approccio naturale non ha portato a una riduzione della pressione sanguigna al di sotto di 140/105, è necessario rivolgersi a un medico per selezionare i farmaci più adeguati. L’adozione della dieta, dello stile di vita e l’assunzione degli integratori consigliati qui sopra in concomitanza con una terapia farmacologica per l’ipertensione arteriosa non presentano alcun rischio.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista sanitario per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista sanitario.

Glicemia

Cosa si intende per controllo della glicemia?
L’organismo cerca di mantenere il livello della glicemia (glucosio) entro un intervallo ristretto. Livelli troppo alti o troppo bassi di glicemia possono avere serie conseguenze. L’insulina è uno degli ormoni chiave per il controllo della glicemia. Il pancreas secerne insulina nel sangue per rispondere all’aumento della glicemia dopo un pasto, contribuendo a convogliare il glucosio nelle cellule.
È ampiamente riconosciuto che una dieta ad alto contenuto di carboidrati raffinati (zuccheri) è il principale fattore che contribuisce alla perdita di controllo della glicemia. Una dieta di questo tipo fa sì che le cellule di tutto il corpo diventino meno sensibili all’insulina, causando una condizione nota come insulinoresistenza.
L’insulinoresistenza spesso conduce all’obesità e al diabete di tipo 2 ed è anche uno dei principali fattori alla base di un ampio spettro di malattie croniche, tra cui le malattie cardiache, la malattia di Alzheimer, il cancro e la degenerazione maculare. Per prevenire l’insulinoresistenza, è importante impegnarsi al massimo per mantenere un adeguato controllo della glicemia.


Quali sono le cause della perdita di controllo della glicemia?
L’insulinoresistenza è strettamente correlata all’obesità addominale. Se la circonferenza dell’addome supera quella dei fianchi, è estremamente probabile che si soffra di insulinoresistenza. Quando aumentano di numero o di dimensioni, le cellule adipose dell’addome secernono una serie di prodotti biologici (ad esempio la resistina) che attenuano l’effetto dell’insulina, compromettono il consumo del glucosio nei muscoli scheletrici e promuovono la produzione del glucosio (glicemia) da parte del fegato. Un altro elemento importante è che l’aumento del numero e delle dimensioni delle cellule adipose causa una riduzione della secrezione di composti che promuovono l’azione dell’insulina, ad esempio la sintesi di una nuova proteina nota come adiponectina.


Quali fattori alimentari sono importanti per il controllo della glicemia?
La perdita di peso, in particolare una riduzione significativa della percentuale di grasso corporeo, è un obiettivo primario da perseguire per migliorare il controllo della glicemia nella maggior parte delle persone. È anche importante evitare zuccheri raffinati, i prodotti a base di farina bianca e altre fonti di zuccheri semplici, perché vengono assorbiti rapidamente nel flusso sanguigno e causano un rapido aumento della glicemia, il che sottopone a grave stress il sistema di controllo della sua produzione.
È molto importante aumentare l’assunzione di fibre alimentari, soprattutto nella loro forma solubile. Le fibre solubili sono in grado di rallentare la digestione e l’assorbimento dei carboidrati e quindi impediscono il rapido aumento della glicemia. Queste fibre sono inoltre associate a una maggiore sensibilità dei tessuti all’insulina e al miglioramento dell’assorbimento del glucosio da parte di muscoli, fegato e altri tessuti, impedendo così un valori elevati della glicemia su periodi prolungati.
Fonti particolarmente valide di fibre solubili sono rappresentate da legumi, crusca d’avena, frutta a guscio, semi, pere, mele e la maggior parte delle verdure. Per ottenere un quantitativo sufficiente di fibra alimentare è necessario consumare grandi quantità di alimenti di origine vegetale, anche se fagioli, piselli e legumi, in quantità relativamente semplici da consumare, sono in generale le migliori fonti per un elevato apporto di fibre.


Quali integratori alimentari bisogna assumere per il controllo della glicemia?
Integratori di base. Integratore multiminerale e multivitaminico ad alta potenza; vitamina D3: 2.000-5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA e DHA: da 1.000 a 3.000 mg/giorno. È particolarmente importante assumere livelli sufficienti di cromo, ossia da 200 a 600 mcg al giorno.

Il PolyGlycoplex (PGX®) è una rivoluzionaria matrice di fibra alimentare supportata da oltre 15 anni di ricerca e sviluppo, oltre che da ampi studi preclinici e da test clinici. Il PGX è naturale al 100%, non causa dipendenza, è sicuro ed è privo di effetti collaterali gravi. Studi clinici dettagliati hanno mostrato i seguenti vantaggi derivanti dall’utilizzo di PGX:


  • Riduce l’appetito e favorisce un’efficace perdita di peso.
  • Stabilizza il controllo della glicemia.
  • Aumenta la sensibilità all’insulina.
  • Riduce l’indice glicemico di qualsiasi cibo, bevanda o pasto del 35-50%.
  • Riduce i livelli colesterolemia e trigliceridemia.

Il PGX è disponibile in varie forme, ad esempio granuli e capsule, ed è contenuto in miscele per bevande che inducono senso di sazietà o che sostituiscono i pasti. Dosi: 2,5-5 g prima dei pasti.

Uno tra i seguenti a scelta:


  • L’estratto di foglie di gelso si è rivelato in grado di contribuire a mantenere il controllo della glicemia e favorire la perdita di peso. Dose: in genere equivale a 3.000 mg di foglie di gelso essiccate al giorno. La dose per un estratto con un rapporto 10:1 è di 100 mg tre volte al giorno prima dei pasti.
  • La berberina è un alcaloide ricavato dalla corteccia di crespino. Studi clinici hanno rilevato che è in grado di produrre considerevoli effetti positivi sul controllo della glicemia. Dosi: 500 mg tre volte al giorno.
  • Glucose Balance è un integratore a base di erbe che ho sviluppato insieme al dott. Michael Lyon e che contiene una miscela di estratti di erbe che si sono rivelati utili nel mantenimento di un adeguato supporto glicemico. Dose: due compresse al giorno.

L’acido alfa lipoico è un composto simile alle vitamine coinvolto nel metabolismo energetico che contribuisce a supportare il controllo della glicemia ed è fondamentale per il corretto funzionamento dei nervi. Questo composto fornisce un valido supporto nutrizionale a chiunque soffra di un controllo della glicemia inadeguato. Dosi: 200-400 mg al giorno.


I semi d’uva, la corteccia di pino o l’estratto di tè verde (o altri estratti idonei ricchi di flavonoidi) forniscono un importante protezione antiossidante contro i danni casati dalla perdita del controllo della glicemia. Dosi: 150-300 mg al giorno.


Come si fa a sapere se il programma funziona?
In caso di controllo glicemico inadeguato è importante monitorare la glicemia. Grazie alla disponibilità di kit per il monitoraggio del glucosio per uso domestico, oggi è più semplice tenere sotto controllo i livelli di glicemia. Un altro importante miglioramento è rappresentato dalla misurazione del livello di emoglobina glicosilata (HgbA1c) nel sangue, che consente di monitorare i livelli di glicemia su periodi di tempo prolungati. Un miglioramento del controllo della glicemia segnalato dal monitoraggio domestico del glucosio o dalla misurazione del livello di HgbA1c indicano che il programma sta funzionando.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista sanitario per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista sanitario.

Salute delle ossa

Che cos’è la salute delle ossa?


La preoccupazione maggiore per la salute delle ossa è evitare l’osteoporosi, che letteralmente significa “osso poroso”. L’osteoporosi riguarda i componenti ossei sia minerali (inorganici) che non minerali (di matrice organica, composta principalmente da proteine). L’osso è un tessuto vivente dinamico che si degrada e si ricostruisce costantemente, anche negli adulti. Il modo migliore per valutare la salute ossea è rappresentato dalla osteodensitometria (DEXA), una tecnica che misura la densità delle ossa.


Cosa determina la salute delle ossa?


Il normale metabolismo osseo dipende da un’intricata interazione di fattori nutrizionali, di stile di vita e ormonali. Come cause dell’osteoporosi sono stati suggeriti numerosi fattori di natura alimentare, tra cui una bassa assunzione di calcio e un’elevata assunzione di fosforo, una dieta ricca di proteine o di ceneri acide, un’elevata assunzione di sale e carenze di oligoelementi, per citarne alcuni. Una salute ossea mediocre è comune tra le donne bianche e asiatiche in menopausa. Tra gli altri fattori di rischio si possono citare: familiarità per osteoporosi, inattività fisica, statura ridotta, massa corporea ridotta e/o ossa piccole e assenza di gravidanze.


Sebbene i fattori alimentari siano importanti, è stato dimostrato che l’esercizio fisico, nella misura di un’ora di attività moderata (ad esempio camminata, sollevamento pesi, ballo) tre volte alla settimana, previene la degradazione delle ossa e aumenta effettivamente la massa ossea nelle donne in menopausa.

Quali fattori alimentari sono importanti nella salute delle ossa?


Una dieta ricca di proteine è associata a una maggiore escrezione di calcio nelle urine e anche a un maggiore rischio di osteoporosi. Aumentare l’assunzione di proteine da 47 a 142 grammi raddoppia l’escrezione di calcio nelle urine. Tuttavia, anche un’assunzione troppo ridotta di proteine è associata a una scarsa salute ossea,


così come una dieta ricca di sale o di ceneri acide causa una rimozione del calcio dalle ossa e un aumento di perdita di calcio con le urine. Pertanto, è importante evitare il sale e mantenere una dieta alcalina. Di base, una dieta alcalina è incentrata su verdure, frutta, noci e legumi e prevede un consumo ridotto di carne e latticini. Le bevande gassate contenenti fosfati (acido fosforico) sono assolutamente da evitare.


Anche l’assunzione di zucchero raffinato aumenta la perdita di calcio nelle ossa. Il consumo regolare di zucchero raffinato aumenta la perdita di calcio dal sangue attraverso l’urina. Poiché i cibi contenenti zucchero raffinato in genere sono privi di calcio, tale sostanza viene quindi prelevata dalle ossa per mantenere i livelli adeguati nel sangue.


Le verdure a foglia verde, compresi broccoli, cavolo riccio, cavolo nero, crucifere e tè verde offrono vantaggi significativi per la salute delle ossa. Questi alimenti sono una ricca fonte di numerosi minerali e vitamine importanti per mantenere la salute delle ossa, tra cui calcio, vitamina K1 e boro.


E il latte? Durante la revisione dei dati del Nurses’ Health Study, uno studio che ha coinvolto 77.761 donne, i ricercatori non hanno trovato alcuna evidenza del fatto che un maggior consumo di latte migliori la salute ossea. In realtà, le donne che bevevano 2 o più bicchieri di latte al giorno mostravano un rischio del 45 % più alto di frattura dell’anca rispetto alle donne che consumavano 1 bicchiere o meno alla settimana. In altre parole, quanto più latte consumava una donna, tanto più probabile era il rischio di frattura dell’anca.


Quali integratori alimentari dovrei assumere per la salute delle ossa?


Integratori di base. Integratore multiminerale e multivitaminico ad alto dosaggio; vitamina D3 2.000-5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA+DHA da 1.000 a 3.000 mg/giorno.


L’assunzione di integratori di solo calcio ha mostrato pochi vantaggi nel trattamento o la prevenzione dell’osteoporosi. Tuttavia, in combinazione con la vitamina D, l’utilizzo di integratori di calcio può rallentare la perdita ossea fino al 30 % e offrire una protezione significativa contro il rischio di fratture dell’anca. Il dosaggio di calcio consigliato è pari a 1.000 mg al giorno.


L’uso di integratori di vitamina D3 è associato a un aumento della densità ossea; inoltre, gli studi che hanno combinato l’uso di vitamina D e calcio hanno prodotto risultati migliori di quelli in cui è stato somministrato uno solo dei due nutrienti. L’uso di integratori di vitamina D è particolarmente utile per gli anziani con insufficiente esposizione al sole (che stimola la produzione di vitamina D nel corpo), che vivono in case di riposo o lontani dall’equatore o quelli che non escono regolarmente. Dose: 2.000-5.000 UI al giorno.


Alcuni esperti ritengono che l’assunzione di integratori di magnesio per la salute delle ossa sia importante quanto l’utilizzo di integratori di calcio. Il dosaggio consigliato è compreso tra 250 e 500 mg al giorno.


BioSil è un integratore di biossido di silicio a elevata biodisponibilità che, come dimostrato da studi clinici, sembra migliorare la densità ossea e il contenuto di collagene nelle ossa. Aumentando il contenuto di collagene dell’osso del 22 % dopo un anno di utilizzo, BioSil aumenta il numero di siti di legame dei minerali ossei. L’uso di integratori con un dosaggio di 6 mg al giorno aumenta la densità minerale ossea del 2 % in un anno in modo sicuro e privo di effetti collaterali.


La vitamina K2 attiva in modo efficace l’osteocalcina, una proteina che ancora il calcio nella matrice ossea. L’uso di integratori con un dosaggio di 180 mcg al giorno ha dimostrato un miglioramento significativo della salute e della densità ossea.


Healthy Bones Plus di Natural Factors è una formulazione completa derivante dalle ricerche più avanzate per la promozione della salute delle ossa. Fornisce: 1.000 mg di calcio ad alto assorbimento e 500 mg di magnesio; 2.000 UI di vitamina D3, 6 mg di BioSil e altri nutrienti fondamentali sia per il collagene che per la matrice minerale delle ossa, nonché vitamina K2, vitamine del gruppo B e oligoelementi.


Come si fa a sapere se le raccomandazioni funzionano?


Per le donne, l’attenzione alla salute delle proprie ossa deve essere un obiettivo a lungo termine. Consiglio un esame della densità ossea di base, ad esempio una DEXA, che può fornire informazioni importanti sulla densità ossea e che funge da monitoraggio sul lungo periodo.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.

Salute del cervello

Che cos’è la salute del cervello?


Il cervello umano è il tessuto metabolicamente più attivo del corpo. Per questo motivo, per funzionare correttamente ha bisogno non solo un flusso stabile e costante di ossigeno, ma anche di nutrizione. Un numero considerevole di ricerche scientifiche al giorno d’oggi documenta il ruolo fondamentale della dieta e degli integratori alimentari nel buon funzionamento del cervello.


In particolare, le ricerche mostrano gli effetti immediati degli approcci nutritivi sul miglioramento delle funzioni cerebrali. I principi fondamentali del miglioramento della salute cerebrale sia per i bambini che per gli adulti prevedono la fornitura dei componenti nutritivi essenziali per le cellule del cervello e di quelli che offrono una protezione contro i danni alle cellule cerebrali.


Da dove scaturisce la salute cerebrale?


I fattori nutritivi sembrano essere decisivi per la salute cerebrale di bambini e anziani. Numerosi studi condotti su bambini e adulti hanno dimostrato che il funzionamento del cervello è direttamente correlato allo stato nutrizionale. Un migliore stato nutrizionale equivale a un migliore funzionamento mentale. La carenza di un qualsiasi nutriente può causare l’alterazione del funzionamento del cervello.


La salute del cervello è influenzata anche da altri fattori, tra cui danni ossidativi e infiammazioni, lesioni traumatiche alla testa ed esposizione a tossine da fonti ambientali, quali metalli pesanti e solventi; tutti questi sono ritenuti fattori causali che portano a un peggioramento della salute cerebrale.


Quali fattori alimentari sono importanti nella salute del cervello?


Il cervello utilizza circa il 40 % delle sostanze nutritive che consumiamo ogni giorno. Di fatto mangiamo per preservare e promuovere il funzionamento del cervello più che di qualsiasi altro organo. In questo senso, è fondamentale mantenere una dieta salutare ricca di nutrienti chiave per il cervello. Quelli che seguono sono alcuni consigli nutrizionali:


  • Il cervello è composto principalmente da grassi, quindi è importante aumentare l’assunzione di grassi buoni. Aumentare l’assunzione di omega 3 tramite olio di semi di lino, noci e pesci d’acqua fredda (salmone, sgombro, aringa, sardina, ecc.). Aumentare inoltre l’assunzione di grassi monoinsaturi attraverso un maggior consumo di noci e semi, tra cui mandorle, noci del Brasile, cocco, nocciole, noci di macadamia, noci pecan, pinoli, pistacchi, semi di sesamo e di girasole, e l’utilizzo di oli monoinsaturi, ad esempio di oliva, avocado o canola.
  • Consumare ogni giorno cinque o più porzioni di frutta e verdura varia, soprattutto verdure verdi, arancioni e gialle, bacche di colore scuro e agrumi. I composti antiossidanti contenuti in questi cibi vegetali, quali caroteni, flavonoidi, selenio, vitamina E e vitamina C, svolgono un importante ruolo nel proteggere l’organismo dallo sviluppo dell’aterosclerosi.
  • Limitare l’assunzione di carboidrati raffinati (zucchero e cereali raffinati). Lo zucchero e gli altri carboidrati raffinati rappresentano un fattore importante nello sviluppo di aterosclerosi, infiammazione e resistenza all’insulina.
  • Eliminare carni affumicate o salumi, quali wurstel, salame, pancetta ecc. Questi cibi sono molto dannosi per il cervello.
  • Evitare gli additivi alimentari, quali conservanti artificiali, esaltatori di sapidità e coloranti.

Quali integratori alimentari dovrei assumere in caso di Alzheimer?


Integratori di base.


  • Un preparato multivitaminico e multiminerale ad alto dosaggio. Molti studi dimostrano che l’uso di integratori multivitaminici e multiminerali aumenta l’intelligenza non verbale in alcuni bambini. In altre parole, l’assunzione di una formula multivitaminica e multiminerale può rendere alcuni bambini più intelligenti. Questi studi evidenziano il ruolo essenziale di molte vitamine e minerali nel funzionamento cerebrale. Anche gli studi sugli adulti mostrano dei benefici. Tra i nutrienti particolarmente importanti per il corretto funzionamento del cervello e del sistema nervoso vi sono la tiamina, la niacina, la vitamina B6, la vitamina B12, il rame, lo iodio, il ferro, il magnesio, il manganese, il potassio e lo zinco. La carenza di uno di questi nutrienti essenziali causa la compromissione del funzionamento del cervello e del sistema nervoso.

  • Vitamina D da 2.000 a 5.000 UI/giorno.

  • Olio di pesce, EPA+DHA da 1.000 a 3.000 mg/giorno. Numerosi studi hanno mostrato che sia l’acido eicosapentaenoico (EPA) che l’acido docosaesanoico (DHA) sono fondamentali per il funzionamento corretto del cervello sia negli adulti che nei bambini. Uno studio del 2013 della prestigiosa università di Oxford nel Regno unito mostrava come i livelli di EPA+DHA “permettano di prevedere in modo significativo” la capacità dei bambini di concentrarsi e di apprendere. Gli studi sugli adulti mostrano un’importanza simile.

I semi d’uva o l’estratto di corteccia di pino contengono flavonoidi che producono vari effetti di grande valore nella protezione del cervello. Uno studio ha scoperto che l’assunzione dell’estratto di corteccia di pino (1 mg/kg di peso corporeo) per un mese migliora l’attenzione, la coordinazione visiva e motoria e la concentrazione nei bambini con deficit di attenzione. Dose: da 100 a 300 mg al giorno.


La fosfatidilserina svolge un ruolo fondamentale per l’integrità e la fluidità delle membrane cellulari. Di norma, il cervello può produrre livelli sufficienti di fosfatidilserina, ma in caso di carenza di acido folico e di vitamina B12 o di acidi grassi essenziali, il cervello potrebbe non essere in grado di produrne a sufficienza. Bassi livelli di fosfatidilserina nel cervello sono associati a capacità cerebrali ridotte e depressione negli anziani. Oltre una decina di studi in doppio cieco hanno mostrato come la fosfatidilserina migliori il funzionamento cerebrale, l’umore e il comportamento dei pazienti. Dose: 100 mg tre volte al giorno.


La PQQ (pirrolochinolina chinone) è un nuovo composto simile alla vitamina che si trova in cibi di origine vegetale e che mostra numerosi vantaggi per il funzionamento cerebrale e corporeo. Essa esercita un effetto sinergico con il CoQ10 ed è vitale per il funzionamento dei mitocondri (i compartimenti che producono energia nelle nostre cellule). Sia il CoQ10 che la PQQ proteggono le cellule cerebrali dai danni. Se combinati, aiutano a recuperare la memoria, così come dimostrato da studi su animali ed esseri umani. Dose: da 10 a 20 mg di PQQ al giorno + da 200 a 300 mg di CoQ10.


Come faccio a sapere se il programma funziona?


I miglioramenti del funzionamento mentale e della memoria dovrebbero essere evidenti dopo 2-3 mesi di questo programma.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.

Salute del seno

Che cos’è la salute del seno?


La preoccupazione maggiore relativa alla salute del seno per le donne è rappresentata dal tumore al seno. Un’altra preoccupazione è data dalla malattia del seno fibrocistico, nota anche come mastopatia fibrocistica, che è una malattia del seno associata alla presenza di cisti nel tessuto mammario. Sebbene sia ritenuto un fattore di rischio per il tumore al seno, non è significativo quanto i classici fattori di rischio, quali familiarità, insorgenza precoce del ciclo mestruale (menarca) e gravidanza tardiva o assenza di gravidanze.


Quali fattori influiscono sulla salute del seno?


I fattori principali che influiscono sulla salute del seno sono gli ormoni. Ad esempio, la malattia del seno fibrocistico sembra essere il risultato dell’aumento del rapporto tra estrogeni e progesterone. Tuttavia, anche altri ormoni sono importanti. Ad esempio, i cambiamenti all’interno del seno nella mastopatia fibrocistica potrebbero essere causati dall’ormone della prolattina. Di norma, nelle donne affette da questa patologia si rilevano livelli significativamente elevati di prolattina.


Anche per quanto riguarda il tumore al seno, un eccesso di estrogeni spesso influisce sullo sviluppo della patologia, sebbene sembrino rilevanti anche altri fattori, quali età, predisposizione genetica e fattori ambientali tra cui xenoestrogeni (composti sintetici che imitano gli estrogeni), fumo passivo, pesticidi, erbicidi, elettrodotti, coperte elettriche, radiazioni e carenza di esposizione al sole.


Quali fattori alimentari sono importanti nella salute del seno?


L’alimentazione rappresenta un aspetto fondamentale per la salute del seno. La tabella 1 fornisce un elenco di fattori alimentari legati al rischio di tumore al seno.


Tabella 1. Fattori alimentari nel tumore al seno



Fattori che possono aumentare il rischio

Fattori che possono ridurre il rischio

Carni

Pesce

Grassi totali

Cereali integrali

Grassi saturi

Soia e altri legumi

Latticini

Cavolo

Zucchero raffinato

Verdure

Calorie totali

Noci

Alcol

Frutta


I cibi da evitare sono soprattutto carni grigliate o arrostite ad alte temperature. Quando viene arrostita o grigliata a temperature elevate, nella carne si formano molte sostanze altamente cancerogene, compresi perossidi lipidici tossici (soprattutto quelli dell’acido alfa-linolenico) e ammine eterocicliche. Questi composti sono estremamente dannosi per il tessuto del seno.


Nella mastopatia fibrocistica, la dieta dovrebbe incentrarsi su cibi integrali non raffinati: cereali integrali, legumi, verdure, frutta, noci e semi. Queste raccomandazioni possono contribuire a promuovere la regolare motilità intestinale. Le donne con un numero di movimenti intestinali inferiore a tre alla settimana mostrano tassi di mastopatia fibrocistica di 4,5 volte superiori rispetto alle donne che hanno almeno un movimento intestinale al giorno. Questa associazione è probabilmente dovuta alla flora batterica dell’intestino crasso, che trasforma gli steroidi escreti in derivati tossici o che permette il riassorbimento di questi steroidi escreti.


I semi di lino macinati promuovono la salute del seno perché forniscono speciali composti di fibre chiamati lignani. Questi sono composti di fibre in grado di legarsi ai recettori degli estrogeni e interferire con gli effetti cancerogeni degli estrogeni sul tessuto mammario. Inoltre, i lignani aumentano la produzione di un composto noto come globulina legante gli ormoni sessuali o SHBG. Questa proteina regola i livelli di estrogeni perché elimina dal corpo gli estrogeni in eccesso. FortiFlax contiene semi di lino macinati in una speciale confezione trattata con azoto per la massima freschezza. La macinatura dei semi di lino rende i lignani maggiormente biodisponibili. Assumerne uno o due cucchiai al giorno in aggiunta a cibi quali cereali caldi, insalate o frullati.


Quali integratori alimentari sono importanti per la salute del seno?


Integratori di base. Integratore multivitaminico e multiminerale ad alto dosaggio; vitamina D 2.000-5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA+DHA da 1.000 a 3.000 mg/giorno.


EstroSense è una preparazione formulata per ridurre gli effetti tossici degli estrogeni e degli xenoestrogeni. Essa fornisce una serie di composti che si sono rivelati benefici nella disintossicazione e nell’eliminazione degli estrogeni in eccesso, tra cui:


  • Indolo-3-carbinolo (I3C), diindolilmetano (DIM) e sulforafano: fitonutrienti antitumorali che si trovano nelle crucifere. La ricerca ha mostrato che questi composti contribuiscono a scomporre gli estrogeni cancerogeni in forme atossiche.
  • Calcio D-glucarato: previene il riassorbimento degli estrogeni escreti.
  • Polifenoli del tè verde: bloccano gli effetti negativi degli estrogeni e hanno mostrato proprietà protettive contro i tumori estrogeno-dipendenti.

Dose: 2 capsule due volte al giorno. NOTA: I3C e DIM possono essere assunti indipendentemente come alternative.


Brevail fornisce i lignani del lino in forma di capsule. Brevail aumenta le concentrazioni di lignani nel corpo fino ai livelli rilevati nelle donne che mostrano in genere una storia straordinaria di salute del seno e di equilibrio ormonale. Dosaggio: una capsula al giorno.


L’estratto di tè verde può garantire un’azione protettiva contro il tumore al seno senza la caffeina. Alcuni studi hanno suggerito che i tassi di tumore al seno in Giappone sono inferiori grazie al consumo di circa 3 tazze al giorno di tè verde. In questo modo, si consumano circa 3 grammi di componenti solubili, che forniscono una dose giornaliera di circa 240-320 milligrammi di polifenoli. Per ottenere lo stesso grado di protezione da pastiglie contenenti estratto di tè verde con un contenuto standardizzato di polifenolo totale dell’80 % si dovrebbe assumere una dose giornaliera compresa tra 300 e 400 milligrammi.


Come faccio a sapere se il programma funziona?


Nella malattia del seno fibrocistico si ottiene una riduzione del dolore e delle cisti. Nel tumore al seno non esiste un modo percepibile per monitorarlo.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.

Chemioterapia

Cos’è il supporto alla chemioterapia per il cancro?


La chemioterapia consiste nell’uso di farmaci per la cura del cancro. Molte persone la associano a immagini terribili di nausea debilitante, vomito, diarrea e debolezza. In realtà, nonostante la chemioterapia possa causare questi sintomi insieme a tanti altri, nuovi farmaci rendono oggi la maggior parte dei regimi di chemioterapia molto più tollerabile che in passato. Si tratta comunque di una terapia che può provocare una vasta gamma di effetti collaterali indesiderati, riducibili con il giusto sostegno nutrizionale.


Quali fattori alimentari sono importanti nel supporto alla chemioterapia?


Il sostegno nutrizionale per un paziente di cancro sottoposto a chemioterapia è uno spettro di opzioni. I malati allo stadio avanzato o chi si sta sottoponendo a chemioterapia devono in genere fare i conti con bassi livelli di energia, perdita di appetito e nausea (o persino vomito). Per questi pazienti, i consigli alimentari elencati qui sotto possono essere utili a migliorare lo stato nutrizionale:


  • Mangiare piccoli pasti frequenti (ogni ora o ogni due ore), piuttosto che pasti impegnativi meno spesso.
  • Mantenersi idratati e bere da 0,5 a 0,7 litri di succo fresco di verdura al giorno, con i pasti o ancora meglio come “pausa succo” a metà mattinata.
  • Bere un frullato ad alto contenuto di proteine una o due volte al giorno (come spiegato sotto). I frullati possono sostituire la colazione o essere lo spuntino del pomeriggio.
  • Provare lo zenzero, rimedio naturale alla nausea e al vomito, come tè, succo (usando zenzero fresco) o nel riso.
  • Usare condimenti, spezie e aromi extra per rendere più gustoso e invitante il cibo.
  • Evitare aromi troppo dolci o amari, perché una maggiore sensibilità al sapore del cibo potrebbe renderli senza gusto o blandi.
  • Mangiare cibi morbidi e umidi come frullati, banane, riso integrale, ignami, ecc. ed evitare cibi duri e secchi come cereali, cracker e caramelle.
  • Mangiare piccoli bocconi e masticare bene.
  • Bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno oltre agli 0,5-0,7 litri di succo fresco di frutta o verdura.

I pazienti affetti da cancro spesso hanno bisogno di aumentare l’assunzione di proteine, soprattutto se mostrano segni di atrofia muscolare (cachessia) o se stanno facendo chemioterapia. Le proteine aiutano a mantenere la massa muscolare, nutrono il rivestimento del tratto gastrointestinale, aumentano l’emocromo, guariscono i tessuti e sostengono il sistema immunitario per combattere il cancro e prevenire le infezioni. Di contro, un consumo inadeguato di proteine rallenta il recupero dalla malattia e diminuisce la resistenza alle infezioni. Sottoporsi alla chemioterapia può richiedere fino al 50 per cento in più di proteine rispetto al normale.


Per chi soffre di cancro, i frullati a base di proteine sono un modo perfetto, e delizioso, di consumare tante proteine di alta qualità. Le proteine del siero di latte sono le migliori perché hanno il più alto valore biologico (VB) tra tutte le proteine. Il VB misura quante delle proteine consumate vengono realmente assorbite, trattenute e usate nel corpo (rispetto a quante attraversano il corpo senza essere impiegate). Uno dei motivi per cui il VB delle proteine del siero del latte è così alto è che hanno la concentrazione più elevata in natura di glutammina (un aminoacido) e di aminoacidi a catena ramificata (BCAA). La glutammina e gli aminoacidi a catena ramificata sono essenziali per la salute delle cellule e la sintesi proteica.


Quali integratori alimentari dovrei assumere per il supporto alla chemioterapia?


Ecco alcuni consigli di base adatti alla maggior parte degli agenti della chemioterapia.


Integratori di base. Integratore multiminerale e multivitaminico ad alto dosaggio; vitamina D3 da 2.000 a 5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA+DHA da 1.000 a 3.000 mg/giorno.

Proteine del siero di latte (vedere sopra). Dose consigliata da 50 a 100 g al giorno.


Gli enzimi proteolitici sono gli enzimi che scindono le proteine in unità più piccole. Comprendono le proteasi pancreatiche chimotripsina e tripsina, la bromelina (enzima dell’ananas), la papaina (enzima della papaia), le proteasi fungine e la serrapeptasi (enzima del “baco da seta”). Questo tipo di enzimi viene usato da molto tempo per il sostegno ai pazienti affetti da cancro. Test clinici hanno dimostrato miglioramenti nelle condizioni mediche generali dei pazienti, nella loro qualità di vita e miglioramenti da modesti a significativi nell’aspettativa di vita. I complessi di enzimi proteolitici andrebbero assunti a stomaco vuoto se presi per uno scopo diverso dall’aiuto alla digestione. Per la dose, seguire le istruzioni sull’etichetta e assumere tre volte al giorno circa venti minuti prima dei pasti.


Maitake Gold è uno speciale estratto di funghi Maitake con un livello di attività più spiccato rispetto ad altri estratti di funghi. In Maitake Gold si trova una piccola quantità di Maitake che ha mostrato una notevole capacità di stimolare i globuli bianchi conosciuti come macrofagi (letteralmente “grandi mangiatori”). Questi globuli bianchi specializzati fagocitano o inghiottono particelle estranee tra cui cellule cancerogene, batteri e detriti cellulari. Sembra che Maitake Gold aiuti a ridurre gli effetti collaterali della chemioterapia (e radiazione) convenzionale aumentandone possibilmente l’efficacia allo stesso tempo. Nel 90 % dei pazienti, ad esempio, si sono ridotti gli effetti collaterali comuni della chemioterapia come perdita di capelli, diminuzione dei globuli bianchi, nausea, vomito e perdita di appetito, mentre i livelli di dolore si sono abbassati nell’83 % dei pazienti. I migliori risultati sono stati riscontrati nei pazienti affetti da cancro al seno, ai polmoni e al fegato. La dose di Maitake Gold si basa sul peso corporeo, da 0,5 a 1,0 mg al giorno per 1 kg di peso corporeo, che si traduce in circa 35-70 mg al giorno. Per i migliori risultati va preso 20 minuti prima dei pasti o a stomaco vuoto.


Theracurmin è una speciale forma di curcumina, il pigmento giallo della curcuma (Curcuma longa). È stato dimostrato che ha il più alto grado di biodisponibilità tra i prodotti con curcumina, migliora la qualità della vita e riduce diversi effetti collaterali della chemioterapia, in particolare quelli relativi alle funzioni gastrointestinali e alla spossatezza. Dose: da 240 a 420 mg al giorno.


Coenzima Q10 è molto importante come supporto per chi assume la doxorubicina. Si tratta di un farmaco particolarmente pericoloso per il cuore che può causare seri danni cardiaci (cardiomiopatia), spesso potenzialmente letali. Vari studi hanno mostrato che CoQ10 può prevenire la tossicità cardiaca associata alla doxorubicina senza ridurre gli effetti antitumorali. Dose: da 100 a 200 mg al giorno.


Come faccio a sapere se il programma funziona?


È necessario monitorare la riduzione degli effetti collaterali, soprattutto legati a livelli di energia, funzioni gastrointestinali e atrofia muscolare.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.

Colesterolo

Che cos’è il colesterolo?


Il colesterolo è una sostanza lipidica presente nel nostro corpo che svolge diverse funzioni essenziali. È un elemento costitutivo di diversi ormoni e acidi biliari ed è fondamentale nella stabilizzazione delle membrane cellulari. Sebbene livelli nella norma siano importanti per una buona salute, è stato dimostrato in modo inconfutabile che livelli elevati di colesterolemia determinano un forte aumento del rischio di morte a causa di malattie cardiovascolari.


Il colesterolo viene trasportato nel sangue dalle lipoproteine. Le lipoproteine ​​a bassa densità (LDL) sono responsabili del trasporto dei grassi (principalmente trigliceridi e colesterolo) dal fegato alle cellule dell’organismo. Livelli elevati di LDL sono associati a un maggior rischio di sviluppare l’aterosclerosi, che è la causa primaria di infarto e ictus. Al contrario, le lipoproteine ad alta densità (HDL) sono responsabili del ritorno del grassi al fegato. Livelli elevati di HDL sono associati a un basso rischio di infarto.


Attualmente, gli esperti consigliano livelli di colesterolo totale inferiori a 200 mg/dl, misurati su un prelievo di sangue a digiuno. Il livello di HDL dovrebbe essere superiore a 40 mg/dl. Il limite del livello di LDL è basato sull’anamnesi del paziente e sui fattori di rischio che presenta.


  • Meno di 100 mg/dl per persone con cardiopatia coronarica, diabete o un elevato rischio cardiovascolare a 10 anni stimato da un medico.
  • Meno di 130 mg/dl per persone che non soffrono o presentano rischi di cardiopatia coronarica, ma presentano due o più fattori di rischio, ad esempio età, sedentarietà, sovrappeso.
  • Meno di 160 mg/dl per persone che non presentano fattori di rischio associati a cardiopatia coronarica.

Qual è la causa dell’ipercolesterolemia?


Livelli elevati di colesterolo sono di solito dovuti a fattori legati alla dieta e allo stile di vita, benché possano anche essere causati da fattori genetici.


Quali fattori alimentari sono importanti per ridurre l’ipercolesterolemia?


Le raccomandazioni principali consistono nel diminuire il consumo di grassi saturi e colesterolo, riducendo la quantità di prodotti animali presenti nella propria alimentazione o eliminandoli del tutto, e incrementare il consumo di alimenti vegetali ricchi di fibre (frutta, verdura, cereali, legumi, frutta a guscio e semi grezzi). Quando si cerca di abbassare la colesterolemia mediante la dieta, è importante consumare diversi ortaggi che contribuiscono a ridurre i livelli di colesterolo, come sedano, barbabietole, melanzane, aglio, cipolla, peperoni e ortaggi da radice.


Per contrastare l’ipercolesterolemia vengono utilizzate diete ricche di legumi (come i fagioli). Alcuni studi hanno mostrato che le proteine della soia possono abbassare i livelli di LDL di una percentuale che può raggiungere il 35-40%. La frutta a guscio e i semi, in particolare le mandorle, le noci e i semi di lino macinati, sono anche molto utili per abbassare la colesterolemia grazie al loro contenuto di fibre, oli monoinsaturi e acidi grassi essenziali.


Quali integratori alimentari bisogna assumere per l’ipercolesterolemia?


Integratori di base. Integratore multiminerale e multivitaminico ad alta potenza; vitamina D3: 2.000-5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA e DHA: da 1.000 a 3.000 mg/giorno.


La Niacina (vitamina B3) è l’agente ipocolesterolemizzante naturale su cui sono state eseguite più ricerche. In realtà, diversi studi hanno dimostrato che consente di ottenere risultati complessivamente migliori rispetto ai farmaci ipocolesterolemizzanti, come le statine. Per ottenere risultati migliori ed evitare l’arrossamento della pelle causato dalla niacina, è consigliabile sceglierne forme a rilascio intermedio. Iniziare per una settimana con una dose da 500 mg la sera prima di andare a dormire, quindi aumentare la dose a 1.000 mg nella settimana successiva e a 1.500 mg quella dopo. Continuare con 1.500 mg per due settimane prima di verificare la risposta: è possibile aumentare o diminuire il dosaggio in base a quest’ultima.


Estratti di agrumi. I risultati clinici del Sytrinol, uno speciale estratto di buccia d’agrumi, e dell’estratto di un altro tipo di agrume, il bergamotto, sono molto simili a quelli delle statine, ma senza effetti collaterali. Dosi: Sytrinol: 150 mg due volte al giorno; estratto di bergamotto: 500 mg da due a tre volte al giorno.


I preparati a base di Aglio possono ridurre i livelli di colesterolo totale di circa il 10-12%, quelli di LDL del 12-15% e incrementare i livelli di HDL del 10-12%. Dosi: il contenuto potenziale di allicina dovrebbe essere di almeno 4.000 mcg.


Come si fa a sapere se le raccomandazioni funzionano?


La niacina, il Sytrinol o l’estratto di bergamotto portano di solito a una riduzione del livello di colesterolo totale di 50-75 mg/dl entro i primi due mesi in pazienti con livelli iniziali di colesterolo totale al di sopra dei 250 mg/dl. In casi in cui il livello iniziale di colesterolemia è superiore ai 300 mg/dl, consiglio di utilizzare sia la niacina che il Sytrinol o l’estratto di bergamotto. Potrebbero essere necessari da quattro a sei mesi prima che la colesterolemia raggiunga i livelli consigliati. Una volta che la colesterolemia è scesa al di sotto dei 200 mg/dl, è possibile ridurre il dosaggio di niacina del 50% e ricontrollare i livelli dopo due mesi. Se la colesterolemia torna a superare i 200 mg/dl, ritornare alla dose massima consigliata. Se la colesterolemia rimane al di sotto dei 200 mg/dl, sospendere completamente la niacina e controllare i livelli di colesterolo dopo due mesi. Riprendere ad assumere gli integratori se i livelli risalgono al di sopra dei 200 mg/dl. Se invece rimangono al di sotto del 200 mg/dl, è possibile sospendere anche il Sytrinol o il bergamotto.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista sanitario per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista sanitario.

Stitichezza

Che cos’è la stitichezza?


La stitichezza indica l’incapacità di defecare. Feci dure, piccole e difficili da espellere sono i disturbi più frequenti. La frequenza di evacuazione e la consistenza e il volume delle feci variano così tanto da persona a persona che è difficile stabilire quale sia la normalità. In generale, la maggior parte dei medici consiglia almeno un movimento intestinale al giorno.


Quali sono le cause della stitichezza?


Vi è una serie di possibili cause della stitichezza, ma quella più comune è una dieta povera di fibre. Tra le altre cause comuni vi sono: assunzione di liquidi insufficiente, carenza di attività fisica, vari farmaci (ad esempio anestetici, antiacidi, diuretici, ecc.), funzionamento tiroideo lento e sindrome dell’intestino irritabile.


Quali fattori alimentari sono importanti nella stitichezza?


Una dieta ricca di fibre, un aumento del consumo di liquidi e l’esercizio fisico rappresentano una ricetta efficace nella maggior parte dei casi di stitichezza. Livelli elevati di fibra alimentare aumentano sia la frequenza che la quantità di movimenti intestinali, riducono il tempo di transito e l’assorbimento delle tossine delle feci e sembrano essere un fattore di prevenzione di numerose malattie. La crusca e le prugne sembrano essere particolarmente efficaci nella riduzione della stitichezza. La raccomandazione tipica per l’assunzione della crusca è di mezza tazza di cereali, da aumentare fino a una tazza e mezza nel giro di varie settimane. Quando si assume la crusca, assicurarsi di assumere molti liquidi. Bere almeno da sei a otto bicchieri d’acqua al giorno. Anche le prugne, sia intere che in succo, possiedono buoni effetti lassativi. Di solito, 225 grammi rappresentano una dose efficace. Inoltre, si consiglia di assumere da 25 a 35 grammi di fonti alimentari di fibre.


Alcuni studi pubblicati sul prestigioso New England Journal of Medicine hanno stabilito che il consumo di latte vaccino rappresenta la causa di stitichezza in circa due terzi dei bambini affetti da questo disturbo. Probabilmente lo stesso vale anche per gli adulti.


Quali integratori alimentari sono importanti per la stitichezza?


Integratori di base. Integratore multivitaminico e multiminerale ad alto dosaggio; vitamina D da 2.000 a 5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA+DHA da 1.000 a 3.000 mg/giorno.


I lassativi di massa contenenti psillio sono i preparati a base di fibre più popolari per alleviare la stitichezza. Altri preparati a base di fibre contengono fibre vegetali derivati da semi di psillio, alghe kelp e agar-agar, pectina e gomme vegetali quali karaja e guar; altri ancora sono polisaccaridi purificati, ad esempio metilcellulosa e carbossimetilcellulosa sodica. Questi agenti di carica sono i lassativi che assomigliano di più al meccanismo naturale che promuove il movimento intestinale. Dose: seguire le istruzioni sull’etichetta.


La senna(Cassia senna) è il lassativo stimolante più delicato. La cascara sagrada (Rhamnus purshiana) e l’aloina (derivata dall’aloe vera) producono più spesso gravi crampi, carenze di elettroliti e di liquidi, nonché il cattivo assorbimento dei nutrienti. L’uso dei lassativi stimolanti non dovrebbe mai rappresentare il trattamento iniziale della stitichezza e dovrebbe essere sospeso non appena si ripristina il normale funzionamento intestinale. Dose: quando si utilizzano la senna e altri lassativi stimolanti seguire le indicazioni sull’etichetta.


L’estratto di foglie di carciofo (Cynara scolymus) spesso si rivela utile in caso di stitichezza cronica. Esso funziona grazie all’aumento della produzione di bile. La bile attrae l’acqua nelle feci e funge da lassativo delicato. Dose: da 150 a 300 mg al giorno.


Come faccio a sapere se il programma funziona?


I chiari segni del funzionamento del programma sono il sollievo dalla stitichezza e il facile transito di feci normali e ben formate.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.

Fibromialgia

Cos’è la fibromialgia?


La fibromialgia si presenta con dolori generalizzati o rigidezza di almeno tre siti anatomici per un minimo di tre mesi e sei o più tender point tipici riproducibili. È accompagnata inoltre da stanchezza, emicrania cronica, disturbi del sonno, depressione, intorpidimento o formicolio alle estremità, sindrome dell’intestino irritabile e sintomi variabili a seconda dell’attività, dei livelli di stress e dei cambiamenti meteorologici.


Quali sono le cause della fibromialgia?


Le cause sono sconosciute. Gli obiettivi primari del trattamento per la fibromialgia sono l’aumento dei livelli di serotonina, un miglioramento della qualità del sonno e adeguati livelli di magnesio nel corpo.


Quali fattori alimentari sono importanti nel trattamento della fibromialgia?


È consigliato eliminare, o ridurre, l’assunzione di zucchero raffinato e di cibi allergizzanti (consultare la sezione ALLERGIE ALIMENTARI), e incrementare l’assunzione alimentare di magnesio. Le migliori fonti alimentari di magnesio sono legumi, tofu, semi, noci, farine integrali e verdura a foglia. Al contrario, la frutta di più largo consumo, il pesce, la carne e il latte hanno un basso contenuto di magnesio. La maggior parte degli americani segue una dieta a basso contenuto di magnesio, poiché caratterizzata principalmente da cibi raffinati, carne e latticini.


Quali integratori alimentari sono importanti per chi soffre di fibromialgia?


Integratori di base. Integratore multivitaminico e multiminerale ad alto dosaggio; vitamina D da 2.000 a 5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA+DHA da 1.000 a 3.000 mg/giorno.


Il 5-Idrossitriptofano (5-HTP) viene convertito in serotonina, un importante neurotrasmettitore. Il 5-HTP si è rivelato utile, poiché la fibromialgia è correlata a una carenza di serotonina. In uno studio in doppio cieco, a cinquanta pazienti con fibromialgia è stato somministrato 5-HTP (100 mg) o un placebo per tre volte al giorno. Il gruppo che ha ricevuto il 5-HTP ha mostrato significativi miglioramenti nei sintomi. Al contrario, il gruppo trattato con il placebo non ha presentato grandi variazioni. I miglioramenti sono stati rilevati in tutte le categorie di sintomi: numero di aree di dolore, rigidezza mattutina, ritmi del sonno, ansia e affaticamento. A dispetto dei già ottimi risultati generati dal 5-HTP nei primi trenta giorni, ulteriori miglioramenti si ottengono a novanta giorni dall’uso. Dose: da 50 a 100 mg, tre volte al giorno.


Il magnesio è cruciale per molte funzioni cellulari, tra cui la produzione di energia, la formazione proteica e la riproduzione cellulare. Nei pazienti affetti da fibromialgia, spesso vengono rilevati bassi livelli di magnesio. Gli integratori di magnesio hanno prodotto risultati molto positivi nel trattamento della fibromialgia. Dose: magnesio (citrato, malato, fumarato, succinato, aspartato o glicinato) 150-250 mg, 3 volte al giorno.


L’estratto di iperico (Hypericum perforatum) spesso è utile nel trattamento della fibromialgia, in quanto contribuisce a migliorare l’umore e la qualità del sonno. Dose: (contenuto di ipericina allo 0,3 %) da 900 a 1.800 mg al giorno. L’estratto di ipericina può essere usato in combinazione con 5-HTP e magnesio.


Come faccio a sapere se il programma funziona?


La maggior parte delle persone segnala significativi miglioramenti già dai primi 3-7 giorni del programma: sonno notturno migliore, aumento dei livelli di energia e minori punti tender trigger.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.

Allergie alimentari

Che cosa sono le allergie alimentari?


Un’allergia o sensibilità alimentare si verifica quando avviene una reazione avversa al consumo di un determinato cibo. La reazione allergica può essere mediata (controllata e influenzata) dal sistema immunitario o meno. Tra le cause ci sono proteine, amidi o altre componenti alimentari, così come un contaminante nel cibo (coloranti, preservativi, ecc.). Le allergie alimentari sono associate ad una varietà di sintomi e condizioni mediche.



Gastrointestinali

Afte, celiachia, diarrea cronica, ulcere duodenali, gastriti, sindrome dell’intestino irritabile, malassorbimento, coliti ulcerose

Genitourinarie

Enuresi notturna, infezioni croniche della vescica, nefrosi

Immunitarie

Infezioni croniche, otiti frequenti

Mentali/emotive

Ansia, depressione, iperattività, incapacità di concentrarsi, insonnia, irritabilità, confusione mentale, cambi di personalità, convulsioni

Muscoloscheletriche

Borsiti, dolori articolari, lombalgie

Respiratorie

Asma, bronchite cronica, dispnea

Dermatologiche

Acne, eczema, orticaria, prurito, eruzioni cutanee

Miscellanee

Aritmia, edema, svenimenti, spossatezza, mal di testa, ipoglicemia, prurito al naso e alla gola, emicrania, sinusite


Quali sono le cause delle allergie alimentari?


Un’allergia alimentare è spesso un disturbo ereditato. Alcune allergie alimentari sono permanenti e richiedono l’eliminazione definitiva di determinati cibi. Altre sono cicliche e riflettono alterazioni delle funzioni immunitarie a causa di stress, esposizione ripetuta ad un certo cibo, digestione scorretta o scarsa integrità della barriera intestinale.


Un classico esempio di allergia alimentare è quando una molecola di cibo ingerito funziona come antigene, una sostanza che può essere legata da un anticorpo. Gli anticorpi sono le molecole di proteine composte dai globuli bianchi che si legano alle sostanze estranee, in questo caso gli antigeni. L’antigene alimentare è legato da anticorpi allergici conosciuti come IgE (immunoglobine E). Le IgE sono immunoglobine specializzate (proteine) che si legano a globuli bianchi specializzati noti come mastociti e basofili. Quando le IgE e l’antigene alimentare si legano ad un mastocita o basofilo, ciò causa il rilascio di istamine, che provocano gonfiore e infiammazione.


Quali fattori alimentari sono importanti nel trattamento delle allergie alimentari?


Una dieta ipoallergenica è preziosa per l’identificazione delle allergie alimentari. I cibi comunemente consumati vengono eliminati e sostituiti da alimenti ipoallergenici, cibi mangiati raramente o formule ipoallergeniche speciali. Con una dieta di esclusione, tanto minore è la quantità di cibi allergenici consumati tanto più facilmente si arriverà ad una diagnosi. Una dieta di esclusione standard si basa su agnello, pollo, patate, riso, banane, mele e verdure della famiglia dei cavoli (cavoli, cavoletti di Bruxelles, broccoli, ecc.). È possibile variarla mantenendola comunque adeguata, ma è estremamente importante evitare qualsiasi tipo di cibo allergenico.


Durante la fase di esclusione, può far parte della dieta anche RevitalX di Natural Factors, una miscela per bevande in polvere che fornisce sostegno naturale mirato per il tratto intestinale. Questa formula a basso potenziale allergenico è realizzata appositamente per chi soffre di allergie alimentari, ma è adatta a tutti. Offre livelli bilanciati di vitamine e minerali, sostanze fitochimiche e probiotici che supportano l’organismo mentre si prendono cura del tratto gastrointestinale. Se usato come componente chiave di una dieta di esclusione, RevitalX va preso due volte al giorno. È un prodotto che si prepara con acqua o succo (il succo fresco di verdure è la scelta preferita) o può essere bevuto come frullato di frutta.


Seguire la dieta di esclusione per almeno 10 giorni. Se i sintomi sono legati alla sensibilità alimentare, normalmente scompariranno in questa finestra di tempo. Se sono ancora presenti, è possibile che ne sia responsabile una reazione ad uno dei cibi della dieta di esclusione. In tal caso, si deve optare per una dieta ancora più ristretta.


Terminato il periodo della dieta di esclusione, i singoli cibi vengono reintrodotti ogni due giorni. I metodi spaziano dalla reintroduzione di un solo cibo ogni due giorni alla reintroduzione di un alimento ad ogni pasto o ogni due pasti. Di solito, dopo il periodo di “purificazione” di una settimana, il paziente sviluppa maggiore sensibilità agli alimenti che causano problemi.


Reintrodurre cibi allergenici provoca generalmente sintomi più gravi o riconoscibili rispetto a prima. È essenziale avere un registro accurato e dettagliato in questo senso, che riporti quando sono stati reintrodotti gli alimenti e quali sintomi sono apparsi. Durante la reintroduzione un’idea molto utile è quella di monitorare il battito cardiaco al polso, che può cambiare quando si consuma un cibo allergenico.


Prodotti naturali per chi soffre di allergie alimentari


Integratori di base. Integratore multivitaminico e multiminerale ad alto dosaggio; vitamina D da 2.000 a 5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA+DHA da 1.000 a 3.000 mg/giorno.


Gli enzimi digestivi possono essere d’aiuto, soprattutto quelli che contengono enzimi proteolitici in grado di scindere le grosse proteine degli alimenti allergenici in piccoli peptidi non allergenici. Questi enzimi comprendono le proteasi pancreatiche chimotripsina e tripsina, la bromelina (enzima dell’ananas), la papaina (enzima della papaia), le proteasi fungine e la serrapeptasi (enzima del “baco da seta”).


È stato dimostrato che l’estratto del tè verde inibisce il rilascio di istamine e altri meccanismi allergici. Potrebbe anche portare dei benefici nella riduzione della reazione allergica ad allergeni alimentari, ma non ci sono studi in questo senso. La dose per l’estratto di tè verde (80-90 % di polifenoli) è da 150 a 300 mg al giorno.


Come faccio a sapere se il programma funziona?


La scomparsa di qualsiasi sintomo attribuito ad allergie alimentari durante la dieta di esclusione è ciò che determina in modo netto un’allergia alimentare.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.

Gotta

Cos’è la gotta?


La gotta è un tipo di artrite comune causata da un aumento della concentrazione di acido urico (il prodotto finale della decomposizione della purina, una delle unità del DNA e dell’RNA) nei fluidi biologici. Nei casi di gotta i cristalli di acido urico si depositano nelle articolazioni, nei tendini, nei reni e in altri tessuti, dove provocano infiammazioni e danni significativi.


Quasi la metà dei primi attacchi coinvolge la prima articolazione dell’alluce, colpita dalla gotta nel corso del suo sviluppo in oltre il novanta per cento delle persone che ne soffrono. Se l’attacco peggiora, compaiono febbre e brividi. I primi attacchi si verificano solitamente di notte e vengono preceduti di norma da eventi specifici come eccessi alimentari, traumi, consumo di alcol e di alcuni farmaci (principalmente farmaci chemioterapici, alcuni diuretici, aspirina e dosi elevate di niacina).


Quali sono le cause della gotta?


La gotta può essere provocata da un aumento della sintesi di acido urico, da una ridotta capacità di espellere l’acido urico o dalla combinazione di produzione in eccesso ed escrezione non sufficiente di acido urico. Esistono diversi fattori alimentari noti per scatenare la gotta, tra cui il consumo di alcol, i cibi ad alto contenuto di purina (frattaglie, carne, lievito, carne di pollo, ecc.), grassi, carboidrati raffinati e una quantità eccessiva di calorie.


Quali fattori alimentari sono importanti nel contrasto alla gotta?


Una dieta a basso contenuto di purina è da tempo il cardine della terapia alimentare contro la gotta. I cibi con alti livelli di purina andrebbero evitati completamente. In questa categoria rientrano: frattaglie, carne, crostacei, lievito (di birra e madre), aringhe, sardine, sgombro e acciughe. Inoltre, è consigliabile ridurre l’assunzione di cibo con livelli moderati di proteine, come i legumi secchi, gli spinaci, gli asparagi, il pesce, la carne di pollo e i funghi.


I carboidrati raffinati, il fruttosio e i grassi saturi vanno consumati in quantità minime. Gli zuccheri semplici (zucchero raffinato, miele, sciroppo d’acero, sciroppo di mais, fruttosio, ecc.) aumentano la produzione di acido urico, mentre i grassi saturi ne riducono l’escrezione. Una dieta adeguata dovrebbe concentrarsi su carboidrati complessi come legumi, cereali e verdure piuttosto che sugli zuccheri semplici.


Bere molti fluidi mantiene l’urina diluita e favorisce l’escrezione dell’acido urico. Inoltre, quando l’urina è diluita si riduce il rischio di calcoli renali. È importante quindi bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno.


Ciliegie, mirtilli e altri frutti di bosco di colore rosso o blu scuro sono alimenti ricchi di flavonoidi che combattono la gotta. È stato dimostrato che mangiare circa 230 grammi di ciliegie fresche o in scatola al giorno è un modo efficace di ridurre i livelli di acido urico e prevenire gli attacchi di gotta. In aggiunta ai frutti di bosco ricchi di flavonoidi, si possono consumare estratti di mirtillo nero, vinacciolo o corteccia di pino. La dose tipica consigliata per questi estratti ricchi di flavonoidi è dai 150 ai 300 mg al giorno.


Quali integratori alimentari è consigliabile assumere contro la gotta?


Integratori di base. Integratore multivitaminico e multiminerale ad alto dosaggio; vitamina D da 2.000 a 5.000 UI/giorno;olio di pesce, EPA+DHA da 1.000 a 3.000 mg/giorno.


Estratti ricchi di flavonoidi. Scegliere uno tra i seguenti:



Estratto di sedano standardizzato per contenere l’85 % di 3nB (3-n-butilftalide), un composto che si trova solo nel sedano ed è la causa del suo caratteristico profumo e sapore, nonché dei suoi effetti medicinali. È stato dimostrato che questo estratto apporta notevoli benefici nella cura della gotta. La dose consigliata è da 75 a 150 mg due volte al giorno.


La celadrina è una matrice completamente naturale di speciali acidi grassi cetilati ed esterificati che riduce l’infiammazione. Le caratteristiche uniche di Celadrin® come prodotto naturale comprendono la capacità di ridurre l’infiammazione e il dolore velocemente senza effetti collaterali, come dimostrato da test clinici pubblicati nel Journal of Rheumatology, rivista di fama internazionale. L’efficacia di Celadrin®, disponibile sotto forma di crema e capsule, è clinicamente dimostrata. La crema Celadrin® può essere applicata sulle zone interessate tutte le volte che è necessario. La dose con le preparazioni orali è di tre capsule molli in gelatina al giorno.


Come faccio a sapere se il programma funziona?


L’obiettivo è la riduzione della frequenza e della gravità degli attacchi di gotta.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.

Salute del cuore

Cosa si intende per salute cardiaca e vascolare?


Il sistema cardiovascolare è composto dal cuore e dai vasi sanguigni. Le sue funzioni principali includono la fornitura di ossigeno e nutrimento vitale alle cellule di tutto l’organismo e il supporto all’eliminazione dei prodotti di scarto delle cellule.


Un cuore è considerato in salute quando batte con forza e ritmo adeguati. La salute vascolare, invece, è responsabile del mantenimento della corretta pressione sanguigna e della somministrazione di ossigeno e sostanze nutritive.


Quali fattori influiscono sulla salute cardiaca e vascolare?


La sfida più grande per la salute cardiaca e vascolare riguarda il processo di aterosclerosi, ossia l’indurimento delle pareti delle arterie e l’accumulo di placche arteriose. Pertanto, la salute cardiaca e vascolare comporta l’eliminazione dei diversi fattori di rischio associati all’aterosclerosi. I fattori di rischio si dividono in due categorie principali: fattori di rischio principali e altri fattori di rischio.


(Nota: per ulteriori informazioni su questi argomenti, consultare le sezioni Controllo del colesterolo e Controllo della pressione sanguigna).


Fattori di rischio per l’aterosclerosi


Principali fattori di rischio:


  • Fumo
  • Livelli elevati di colesterolo nel sangue (soprattutto colesterolo LDL)
  • Pressione sanguigna alta
  • Diabete
  • Inattività fisica

Altri fattori di rischio


  • Aumenti della proteina C-reattiva ad alta sensibilità
  • Resistenza all’insulina
  • Ipotiroidismo
  • Basso livello di antiossidanti
  • Bassi livelli di acidi grassi omega 3
  • Aumento dell’aggregazione piastrinica
  • Aumento dei valori di fibrinogeno
  • Bassi livelli di magnesio e/o potassio
  • Livelli elevati di omocisteina
  • Personalità di “tipo A”

Quali fattori alimentari sono importanti nella salute cardiaca e vascolare?


Raccomandazioni alimentari fondamentali per favorire la salute cardiaca e vascolare:


  • Aumentare l’assunzione di oli omega 3 inserendo nella propria dieta olio di semi di lino, noci e pesce d’acqua fredda.
  • Aumentare l’assunzione di grassi monoinsaturi salutari per il cuore grazie a un maggior consumo di noci e semi, tra cui mandorle, noci del Brasile, cocco, nocciole, noci di macadamia, noci pecan, pinoli, pistacchi, semi di sesamo e di girasole, e all’utilizzo di olio monoinsaturo, ad esempio olio di oliva, avocado o canola.
  • Mangiare ogni giorno cinque o più porzioni di frutta e verdura varia, soprattutto verdure verdi, arancioni e gialle, bacche di colore scuro e agrumi. I composti antiossidanti contenuti in questi cibi vegetali, quali caroteni, flavonoidi, selenio, vitamina E e vitamina C, svolgono un importante ruolo nel proteggere l’organismo dallo sviluppo dell’aterosclerosi.
  • Aumentare l’assunzione di fibre. È stato dimostrato che una dieta ricca di fibre protegge dall’insorgenza dell’aterosclerosi. La fibra alimentare, in particolare quella solubile contenuta nei legumi, nella frutta e nella verdura, è efficace per ridurre i livelli di colesterolo.
  • Limitare l’assunzione di carboidrati raffinati (zucchero e cereali raffinati). Lo zucchero e gli altri carboidrati raffinati rappresentano un fattore importante nello sviluppo di aterosclerosi, infiammazione e resistenza all’insulina.

Quali integratori alimentari dovrei assumere per la salute cardiaca e vascolare?


Integratori di base. Integratore multivitaminico e multiminerale ad alto dosaggio; vitamina D 2.000-5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA+DHA da 1.000 a 3.000 mg/giorno.


Il biancospino (Crataegus sp.), i semi d’uva o l’estratto di corteccia di pino contengono flavonoidi che producono vari effetti di grande valore al cuore e ai vasi sanguigni. Offrono un supporto essenziale per qualsiasi problema che coinvolga il sistema cardiovascolare. Per ottenere i migliori risultati, si consiglia di utilizzare estratti di biancospino contenenti il 10 % di procianidine o l’1,8 % di vitexina, in una dose di 100-250 mg tre volte al giorno. In alternativa, la dose dell’estratto di semi d’uva o di corteccia di pino è pari a 150-300 mg al giorno.


Il magnesio è un fattore fondamentale per il mantenimento del corretto ritmo cardiaco e per la prevenzione degli spasmi delle arterie coronarie. Il magnesio migliora l’apporto di ossigeno al muscolo cardiaco rilassando le arterie coronarie e migliorando la produzione di energia all’interno del muscolo cardiaco. Dose: da 150 a 250 mg di magnesio tre volte al giorno. Il magnesio legato all’aspartato, al citrato e al malato è preferibile rispetto al magnesio legato all’ossido per via del migliore assorbimento.


La carnitina è un composto di tipo vitaminico che svolge un ruolo fondamentale nella produzione di energia all’interno del muscolo cardiaco. Diversi test clinici hanno dimostrato che la carnitina allevia l’angina e migliora la tolleranza all’esercizio e la funzione cardiaca. Assumere 1.500 mg al giorno.


Anche il coenzima Q10 (CoQ10), come la carnitina, svolge un ruolo fondamentale nella produzione di energia all’interno del cuore. Le persone che hanno problemi cardiovascolari o che assumono farmaci ipocolesterolemizzanti hanno generalmente bassi livelli di CoQ10. Dose: da 200 e 300 mg al giorno.


Come faccio a sapere se il programma funziona?


La salute cardiaca può essere monitorata in diversi modi, a seconda del problema che si presenta. Ad esempio, il grado di dispnea durante lo sforzo è spesso correlato alla funzione cardiaca e vascolare.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.

IBS

Cosa si intende per sindrome dell’intestino irritabile?


La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) è un disturbo funzionale dell’intestino crasso senza alcuna evidenza di un difetto strutturale correlato. L’IBS è caratterizzata da una combinazione di dolore o distensione addominale, alterazione della funzione intestinale, stipsi o diarrea, ipersecrezione di muco colonico, sintomi dispeptici (flatulenza, nausea, anoressia) e vari gradi di ansia o depressione. In presenza di sintomi che portano a pensare all’IBS, si consiglia di consultare un medico per una diagnosi accurata.


Quali sono le cause della sindrome dell’intestino irritabile?


Le cause principali dell’IBS sembrano essere quattro: stress, insufficiente apporto di fibre alimentari, allergie alimentari e pasti troppo ricchi di zuccheri. Lo stress aumenta la motilità (le contrazioni ritmiche dell’intestino che spingono il cibo attraverso il tratto digestivo) del colon, con conseguenti dolori addominali e funzioni intestinali irregolari.


Quali fattori alimentari sono importanti in caso di sindrome dell’intestino irritabile?


La fibra alimentare favorisce il corretto funzionamento del colon. I pazienti con stitichezza hanno maggiori probabilità di beneficiare delle fibre alimentari rispetto a coloro che soffrono di diarrea. Aumentare l’assunzione di fibra alimentare da fonti di frutta e vegetali piuttosto che da fonti di cereali può offrire maggiori benefici ad alcuni individui.


Fin dai primi anni del ‘900, è stato riconosciuto che l’allergia alimentare è causa dell’IBS. Studi più recenti hanno dimostrato che la maggior parte dei pazienti con IBS (circa due terzi) ha almeno un’allergia alimentare; alcuni hanno più allergie. Gli allergeni più comuni sono i latticini (dal quaranta al quarantaquattro per cento) e i cereali contenenti glutine (dal quaranta al sessanta per cento). Molti pazienti hanno notato un netto miglioramento clinico ricorrendo a diete di eliminazione (vedere ALLERGIE ALIMENTARI per ulteriori informazioni).


I pasti ad alto contenuto di zuccheri raffinati possono contribuire all’IBS. Dopo un pasto ricco di zuccheri, le normali contrazioni ritmiche del tratto gastrointestinale rallentano e in alcuni tratti si interrompono del tutto. È probabile che negli Stati Uniti l’IBS sia così diffusa soprattutto a causa di una dieta ricca di zuccheri raffinati.


Quali integratori alimentari sono importanti per la sindrome dell’intestino irritabile?


Integratori di base. Integratore multivitaminico e multiminerale ad alto dosaggio; vitamina D2.000-5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA+DHA da 1.000 a 3.000 mg/giorno.


Fibre alimentari solubili come le bucce di semi di psillio, la gomma di guar o la pectina, da sole o in combinazione, possono essere molto utili. Dose: 3-5 g al momento di coricarsi.


RevitalX è una miscela per bevande in polvere ad alto dosaggio di Natural Factors, appositamente studiata per fornire un eccellente apporto di nutrienti fondamentali per supportare il rivestimento gastrointestinale e favorire la disintossicazione. È un’ottima fonte di proteine vegetali ipoallergeniche e un supporto nutrizionale, probiotico ed erboristico specifico per il sistema digestivo. Dose: una o due porzioni al giorno.


Le capsule di olio di menta dotate di rivestimento enterico hanno dimostrato di essere molto efficaci in caso di IBS. Dose: una o due capsule tre volte al giorno venti minuti prima dei pasti.


Gli integratori di probiotici contenenti Lactobacillus acidophilus e Bifidobatteri sono importantissimi in presenza di IBS o di qualsiasi altro problema gastrointestinale. Dose: assumere un prodotto che fornisca 5-20 miliardi di batteri vivi al giorno.


L’estratto di carciofo sembra essere molto utile in caso di IBS, stando ai risultati di diversi studi condotti su pazienti affetti da vari disturbi digestivi, compresi i sintomi associati all’IBS. L’estratto di carciofo sembra essere utile soprattutto in caso di dolori addominali, gonfiore, stitichezza, inappetenza e nausea. Dose: da 300 a 600 mg tre volte al giorno.


Come faccio a sapere se il programma funziona?


Miglioramenti costanti e persistenti dei sintomi tipici dell’IBS sono una chiara indicazione di successo.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.

Sistema immunitario

Che cos’è l’immunità?


Il termine immunità fa riferimento al funzionamento del sistema immunitario. Il supporto e il rafforzamento del sistema immunitario rappresentano probabilmente l’azione più importante per sviluppare una resistenza e ridurre la predisposizione a contrarre raffreddori, influenze e altre infezioni. Le azioni a supporto del sistema immunitario comprendono uno stile di vita sano, la gestione dello stress, l’esercizio fisico, l’alimentazione e l’utilizzo adeguato di integratori alimentari e medicine a base di erbe.


Se la risposta a una delle seguenti domande è “sì”, significa che il tuo sistema immunitario ha bisogno di un sostegno:


  • Prendi spesso il raffreddore?
  • Prendi il raffreddore più di due volte all’anno?
  • Soffri di infezioni croniche?
  • Soffri di herpes labiale o genitale frequente?
  • Talvolta hai linfonodi gonfi o doloranti?
  • Hai attualmente o hai avuto un tumore in passato?

Quali sono le cause delle difese immunitarie basse?


La salute del sistema immunitario viene fortemente influenzata dallo stato emotivo, dai livelli di stress, dallo stile di vita, dalle abitudini alimentari e dallo stato nutrizionale di un individuo. La carenza di nutrienti è la causa più frequente di depressione del sistema immunitario. Un enorme numero di studi clinici e sperimentali indica che la carenza di un singolo nutriente può compromettere profondamente il sistema immunitario.


Anche lo stress riduce le difese immunitarie. Intervieni per gestire efficacemente lo stress, vedi Stress.


Quali fattori alimentari sono importanti in caso di cattivo funzionamento del sistema immunitario?


Il funzionamento ottimale del sistema immunitario richiede una dieta sana che (1) sia ricca di cibi integrali e naturali quali frutta, verdura, cereali integrali, legumi, semi e noci, (2) abbia un basso contenuto di grassi e zuccheri raffinati e (3) contenga una quantità adeguata, ma non eccessiva, di proteine. Oltre a questo, per il funzionamento ottimale del sistema immunitario bisognerebbe bere cinque o sei bicchieri da circa 250 ml d’acqua al giorno (preferibilmente pura).


Uno degli alimenti più dannosi per il nostro sistema immunitario è lo zucchero. In uno studio, l’ingestione di porzioni di carboidrati da 100 grammi (circa 3 once e mezzo) sotto forma di glucosio, fruttosio, saccarosio, miele e succo d’arancia pastorizzato riduce la capacità dei globuli bianchi (neutrofili) di inglobare e distruggere i batteri.


Alcuni dei componenti alimentari più importanti per il rafforzamento del sistema immunitario sono i caroteni. Tra i cibi ricchi di caroteni vi sono le verdure colorate, ad esempio quelle verde scuro, la zucca gialla e arancione, le carote, gli ignami e le patate dolci e i peperoni rossi e i pomodori.


Tra gli altri cibi utili per il funzionamento corretto del sistema immunitario vi sono le verdure della famiglia delle crucifere (broccolo, cavoletti di Bruxelles, cavolo, cavolfiore, cavolo nero, cavolo riccio e senape, ravanello e rapa), le bacche ricche di flavonoidi, l’aglio, la cipolla e il topinambur.


Quali integratori alimentari dovrei assumere in caso di cattivo funzionamento del sistema immunitario?


Integratori di base. Integratore multivitaminico e multiminerale ad alto dosaggio; vitamina D3 da 2.000 a 5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA+DHA da 1.000 a 3.000 mg/giorno.


Un preparato multivitaminico emultiminerale ad alto dosaggio è il primo passo per supportare il sistema immunitario con l’uso di integratori alimentari, poiché in questo modo si risolvono eventuali carenze nutritive alla base.


La vitamina D è particolarmente importante per la salute del sistema immunitario. Le persone con livelli ematici di vitamina D inferiori a 38 ng/ml sviluppano infezioni delle alte vie respiratorie due volte di più rispetto a quelle con livelli più elevati. Studi clinici hanno confermato la capacità della vitamina D di ridurre il rischio di raffreddori e influenze. Per garantire livelli adeguati di vitamina D, gli esperti di salute consigliano attualmente una dose quotidiano compresa tra 2.000 e 5.000 UI.


Oltre 300 ricerche scientifiche hanno dimostrato che l’echinacea ha effetti significativi sul funzionamento del sistema immunitario, ma non tutti gli studi clinici hanno avuto risultato positivo. I risultati contrastanti degli studi clinici sull’echinacea sono dovuti con tutta probabilità a quantità assenti o insufficienti di composti attivi. Echinamide® è un prodotto brevettato e testato clinicamente che garantisce livelli elevati dei tre gruppi chiave attivi responsabili degli effetti dell’echinacea sul sistema immunitario. Seguire le istruzioni sull’etichetta.


Wellmune è uno speciale preparato di beta-glucano proveniente dal lievito di birra che si è rivelato efficace in numerosi studi in doppio cieco nel potenziare il sistema immunitario e prevenire raffreddori e influenza. I soggetti sono stati trattati quotidianamente per 90 giorni con 500 mg di Wellmune o con un placebo. Nei risultati di uno di questi studi, il gruppo Wellmune ha segnalato:


  • Zero casi di assenza da scuola o dal lavoro a causa del raffreddore rispetto a 1,38 giorni di scuola/lavoro persi dal gruppo del placebo.
  • Nessun caso di febbre, rispetto a un’incidenza di 3,50 nel gruppo del placebo.
  • Un aumento della qualità della vita, tra cui più energia fisica e benessere emotivo, misurato tramite un questionario di indagine con convalida clinica.

I funghi medicinali, quali maitake, shiitake, reishi e cordyceps, possiedono proprietà significative di rafforzamento del sistema immunitario. Molte di queste sono da imputare alla presenza di beta-glucani. Vari studi sperimentali e clinici hanno dimostrato che i beta-glucani dei funghi attivano i globuli bianchi. Seguire le istruzioni sull’etichetta.


Il termine probiotici fa riferimento a prodotti con batteri benefici per la salute contenenti ceppi quali lattobacilli e bifidobatteri. Questi preparati possono essere validi alleati nel rafforzamento del sistema immunitario. Assumere da 6 a 12 miliardi di CFU (unità formante colonia) al giorno.


Come faccio a sapere se le raccomandazioni funzionano?


Meno raffreddori e altre infezioni virali, influenze più brevi e una resistenza complessiva maggiore alle infezioni.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.

Indigestione

Cosa si intende per indigestione?


Indigestione è il termine comunemente usato per indicare i problemi digestivi al tratto superiore e/o il bruciore di stomaco non correlati a un’ulcera. I termini medici utilizzati per descrivere sintomi simili all’indigestione includono la dispepsia non ulcerosa (DNU) e la malattia da reflusso gastroesofageo (GERD).

I sintomi dell’indigestione possono includere: i sintomi della GERD (bruciore di stomaco e/o dolore alla parte superiore dell’addome), difficoltà a deglutire, sensazione di pressione, pesantezza o gonfiore dopo aver mangiato, dolori e crampi allo stomaco o all’addome, nonché tutti i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile (SIC).


Cosa causa l’indigestione?


I sintomi dell’indigestione sono spesso causati dal flusso dei succhi gastrici nell’esofago, che provoca un fastidioso bruciore che si irradia verso l’alto e che peggiora stando sdraiati. Questo reflusso di succhi gastrici può essere il risultato di fattori che aumentano la pressione intra-addominale (ad esempio sovralimentazione, obesità) e causano lo spostamento del contenuto gastrico verso l’alto, oppure di fattori che riducono il tono dello sfintere esofageo (ad esempio ernie iatali, caffè).


Quali fattori alimentari sono importanti nell’indigestione?


Le cause alimentari più comuni dell’indigestione sono la sovralimentazione, l’obesità, il caffè, il cioccolato, i cibi fritti, le bevande gassate (non alcoliche) e l’alcol.


Quali integratori alimentari dovrei assumere contro l’indigestione?


Integratori di base. Integratore multivitaminico e multiminerale ad alto dosaggio; vitamina D 2.000-5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA+DHA da 1.000 a 3.000 mg/giorno.


Il carbonato di calcio e il citrato di calcio possono essere utilizzati come antiacidi per alleviare occasionalmente il bruciore di stomaco. La dose singola consigliata è compresa tra 500 e 1.000 mg al giorno.


L’estratto di foglie di carciofo(Cynara scolymus) è utilizzato da molto tempo come digestivo e rimedio per il fegato. La somministrazione può essere utile nel trattamento della dispepsia non ulcerosa e di altri disturbi gastrointestinali funzionali. Dato che l’estratto standardizzato contiene il 13-18 % di acidi caffeilchinici, la dose corrispondente è di 160-320 mg tre volte al giorno durante i pasti.


Le capsule di olio di menta piperitasono dotate di rivestimento enterico, per evitare che si scomponga nello stomaco e arrivi all’intestino tenue e crasso, e possono aiutare a contrastare l’indigestione. Le preparazioni contenenti olio di menta in capsule con rivestimento enterico si sono dimostrate efficaci per il trattamento dell’indigestione. Dose: assumere una o due capsule tre volte al giorno venti minuti prima dei pasti.


La liquirizia deglicirrizinata è uno speciale estratto di liquirizia che favorisce efficacemente la guarigione del rivestimento intestinale. In caso di forte irritazione dell’esofago dovuta al reflusso gastrico, masticare una o due compresse masticabili da 380 mg di DGL venti minuti prima dei pasti.


Come faccio a sapere se il programma funziona?


Il miglioramento della digestione e la riduzione dei sintomi sono evidenti segnali di miglioramento.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.

Articolazioni

Cosa si intende per salute delle articolazioni?


La salute delle articolazioni riflette la capacità di strutture come le cartilagini, i tendini e i legamenti di svolgere il proprio ruolo nella funzione delle articolazioni. La conservazione della struttura e della funzione delle articolazioni è fondamentale per contrastare l’insorgere dell’artrite (infiammazione articolare).


L’osteoartrite, conosciuta anche come disturbo articolare degenerativo, è la forma più comune di artrite ed è causata da una degenerazione della cartilagine. Quest’ultima svolge un ruolo importante nella funzione articolare in quanto la sua natura gelatinosa protegge le estremità delle articolazioni agendo da ammortizzatore. In assenza di cartilagine all’interno delle articolazioni, l’attrito che si genera tra le ossa provoca dolore, deformazioni, infiammazioni e limitazioni dei movimenti articolari.

Quali sono le cause di una cattiva salute delle articolazioni?


La causa principale è costituita dal processo degenerativo di usura causato dall’invecchiamento. Gli effetti cumulativi di decenni di utilizzo portano a cambiamenti degenerativi sottoponendo a stress la matrice di collagene della cartilagine. Lo stress a cui è sottoposta la cartilagine provoca il rilascio di enzimi che ne distruggono i componenti. La capacita di produrre e rigenerare le normali strutture della cartilagine diminuisce con l’età. Spesso l’incapacità di ripristinare il collagene con l'invecchiamento è legata a fattori nutrizionali.

Quali fattori alimentari sono importanti nella salute delle articolazioni?


La più importante raccomandazione alimentare per preservare la salute delle articolazioni è forse il raggiungimento o il mantenimento del peso corporeo normale. Un peso corporeo eccessivo comporta un maggiore stress sulle articolazioni che lo sostengono, il che aumenta notevolmente il rischio di osteoartrite.


Un’alimentazione ricca di frutta e verdura è importante per la salute delle articolazioni, grazie ai composti vegetali naturali di questi alimenti che sono in grado di proteggere dai danni articolari. Alimenti particolarmente utili sono i frutti ricchi di flavonoidi, come le ciliegie, i mirtilli, le more e le fragole. Sono importanti anche gli alimenti che contengono zolfo, come l’aglio, le cipolle, i cavoletti di Bruxelles e il cavolo. Il contenuto di zolfo delle unghie di persone affette da artrite è più basso rispetto a quello di soggetti sani che non soffrono di questa condizione.


Quali integratori alimentari bisogna assumere per la salute delle articolazioni?


Integratori di base Integratore multiminerale e multivitaminico ad alta potenza; vitamina D3: 2.000-5.000UI/giorno; olio di pesce, EPA e DHA: da 1.000 a 3.000mg/giorno.


OsteoMove offre una gamma completa di integratori alimentari specifici per le articolazioni con livelli ottimali di glucosamina solfato, condroitina solfato, metilsulfonilmetano (MSM) e altri nutrienti chiave per la cartilagine e i tessuti connettivi. Dosi: due compresse al giorno.


LaGlucosamina solfato stimola la produzione di molecole articolari note come glicosaminoglicani (GAG), uno dei componenti strutturali principali della cartilagine. Più di 30 test clinici pubblicati hanno di mostrato che la glucosamina solfato può ottenere un tasso di successo del 72-95% nel miglioramento della salute delle articolazioni. Dosi: 1,500 mg al giorno.


L'MSM (metil-sulfonil-metano) è la principale forma di zolfo presente nell’organismo umano. Lo zolfo è una sostanza nutritiva particolarmente importante per i tessuti articolari, in quanto contribuisce a stabilizzare la matrice di tessuto connettivo di cartilagine, tendini e legamenti. Studi clinici hanno confermato i benefici dell’MSM per i soggetti affetti da osteoartrite. Dosi: 1,200 to 2,000 mg al giorno.


Lamembrana naturale di guscio d’uovo (NEM) è una fonte di glucosamina, collagene, idrossiapatite e altri componenti dei tessuti connettivi. Studi recenti hanno riscontrato che la membrana naturale di guscio d’uovo procura un rapido sollievo ai soggetti che soffrono di dolore, rigidità e mobilità ridotta a causa dell’osteoartrite e di altri disturbi articolari. In uno studio clinico, la membrana naturale di guscio d’uovo si è dimostrata in grado di ridurre il dolore di una media del 72% e migliorare la flessibilità del 44% dopo 30 giorni di utilizzo. Dosi: 500 mg al giorno.


La carenza di S-adenosil-L-metionina nei tessuti articolari porta alla perdita della natura gelatinosa e delle qualità di assorbimento degli urti della cartilagine. L’integrazione di SAMe è risultata efficace nel trattamento dell’osteoartrite. Sono stati pubblicati test clinici in cui sono state riscontrate riduzioni del punteggio del dolore e dei sintomi clinici in 21.524 soggetti affetti da osteoartrite trattati con SAMe. Dosi: 200 a 400 mg 2-3 volte al giorno.


LaCurcumina pigmento di colore giallo della curcuma, ha dimostrato notevoli effetti antinfiammatori. Il Theracurmin è una forma di curcumina ad alta biodisponibiltà, l’unica a mostrare efficacia nel miglioramento della salute delle articolazioni in uno studio condotto in doppio cieco con gruppo di controllo a cui era somministrato un placebo. I pazienti assumevano il Theracumin, che forniva loro 180 mg/giorno di curcumina, o un placebo per 8 settimane. I risultati hanno mostrato che, nei pazienti con sintomi da moderati a gravi, erano stati riscontrati punteggi del dolore al ginocchio notevolmente inferiori nel gruppo che aveva assunto il Theracumin rispetto al gruppo che aveva assunto il placebo. Il Theracumin aveva inoltre consentito di ridurre significativamente l’utilizzo di celecoxib (Celebrex). Dosi: 90 a 180 mg di curcumina sotto forma di Theracumin.


IlCeladrin® è una matrice completamente naturale composta da speciali acidi grassi cetilati ed esterificati che riduce le infiammazioni. In qualità di prodotto naturale, le caratteristiche esclusive del Celadrin® comprendono la capacità di ridurre le infiammazioni. L’efficacia di Celadrin®, disponibile sotto forma di crema e capsule, è clinicamente dimostrata. Il Celadrin® crema può essere applicato sulle zone interessate tutte le volte che è necessario. Dosi: 1,000 mg al giorno.


Gli estratti dicorteccia di pino e semi d’uva contengono flavonoidi benefici che contribuiscono a migliorare la salute delle articolazioni attraverso la loro azione antiossidante e rinforzando la struttura e l’integrità di cartilagine, tendini e legamenti. Dosi: da 150 a 300 mg al giorno.


Come si fa a sapere se le raccomandazioni funzionano?


Il miglioramento della funzionalità e della mobilità articolare e una riduzione del dolore o dell’infiammazione sono indici di effetti positivi sulla salute delle articolazioni. La glucosamina solfato, l’MSM e gli estratti di corteccia di pino o di semi d’uva richiedono un po’ di tempo per agire, solitamente da 2 a 4 settimane, ma è opportuno utilizzarli in quanto sono comunque molto importanti per favorire la creazione di cartilagine e di altre strutture articolari. L’azione di Theracumin, membrana naturale di guscio d’uovo e Celadrin è più rapida, in particolare il Celadrin crema.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista sanitario per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista sanitario.

Salute del fegato

Cosa si intende per salute del fegato?


Il fegato è il secondo organo più grande del corpo (la pelle è il primo) ed è la ghiandola di maggiori dimensioni. In totale il fegato svolge più di cinquecento funzioni distinte. Ecco alcune delle sue funzioni fondamentali:


  • La sua partecipazione nella conversione di grassi, aminoacidi, vitamine e minerali in forme più utilizzabili è fondamentale.
  • Produce importanti componenti strutturali cellulari, tra cui i composti della membrana cellulare (fosfolipidi) e il colesterolo, e le proteine carrier (lipoproteine), che si occupano di trasportarli nell’organismo.
  • Produce numerose importanti proteine del sangue, tra cui fattori immunitari, proteine coinvolte nella coagulazione del sangue e la componente cruciale dell’emoglobina per i nostri globuli rossi.
  • Scompone gli aminoacidi in eccesso per formare un prodotto di scarto chiamato urea, che viene trasportato tramite flusso sanguigno ai reni ed espulso nell’urina.
  • Immagazzina numerose vitamine e minerali, tra cui ferro e B12.
  • Rompe i vecchi globuli rossi e ricicla i loro componenti.

Il fegato è responsabile anche di filtrare il sangue per eliminare le tossine e gli ormoni in eccesso. Modifica quindi la struttura chimica di queste tossine per renderle idrosolubili, in modo da poterle espellere nell’urina. Secerne inoltre bile, che raccoglie i prodotti di scarto per portarli via.


Perché la salute del fegato è importante?


La salute del fegato è fondamentale per il proprio benessere. Se il fegato è sovraccarico, è possibile che i livelli di energia siano bassi, poiché una percentuale ancora maggiore dell’energia dell’organismo’ è impegnata nella disintossicazione. Di conseguenza rimane poca energia per altri processi corporei. Fornire supporto al fegato aiuta a raggiungere nuovi livelli di energia.


Quali fattori alimentari sono importanti per la salute del fegato?


Per supportare la salute del fegato, evitare di sottoporlo a stress eccessivo. Non fumare, bere poche o nessuna bevanda alcolica e impegnarsi a evitare sostanze chimiche dannose, in particolare i solventi per la pulizia e i pesticidi. Le linee guida alimentari che supportano una condizione di buona salute in generale favoriscono anche una buona funzionalità epatica: evitare i grassi saturi, gli zuccheri raffinati e l’alcol; bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno; consumare molta verdura e legumi per l’elevato contenuto di fibre e nutrienti.


Alcuni alimenti sono particolarmente utili perché contengono i nutrienti necessari all’organismo per produrre e attivare le decine di enzimi coinvolti nelle varie fasi della disintossicazione. Tali alimenti comprendono:


  • Aglio, legumi, cipolle, uova e altri alimenti ad elevato contenuto di zolfo.
  • Buone fonti di fibre idrosolubili, come pere, crusca d’avena, mele e legumi.
  • Verdure della famiglia dei cavoli, in particolare broccolo, cavoletti di Bruxelles e cavolo.
  • Carciofi, barbabietole, carote, dente di leone e molte erbe e spezie tra cui curcuma, cannella e liquirizia.
  • Alimenti verdi come il succo di erba di grano, il succo di erba d’orzo disidratato, la clorella e la spirulina.

Quali integratori alimentari dovrei assumere per la salute del fegato?


Integratori di base. Integratore multivitaminico e multiminerale ad alto dosaggio; vitamina D 2.000-5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA+DHA da 1.000 a 3.000 mg/giorno.

Liver Health Formula di Natural Factors fornisce speciali fattori nutrizionali a supporto del fegato, tra cui il glucuronato, una sostanza nutrizionale utilizzata dal fegato per legarsi alle tossine e favorirne l’eliminazione dal sistema. Contiene inoltre acido alfa lipoico, Silybin Phytosome®, estratto di liquirizia e altri elementi fondamentali per la salute del fegato. Assumere due capsule da una a tre volte al giorno. La dose dipende dal proprio peso e dal livello di supporto desiderato.


In alternativa, è possibile seguire la seguente procedura:


L’acido alfa lipoico è una sostanza simile alle vitamine contenente zolfo, che svolge un ruolo importante come cofattore necessario in due reazioni energetiche vitali coinvolte nella produzione di energia cellulare (ATP). Protegge il fegato dai danni dei radicali liberi e incentiva le reazioni di disintossicazione. Prove cliniche preliminari hanno dimostrato grandi benefici per la salute del fegato. Dose: da 400 e 600 mg al giorno.


Silybin Phytosome® è uno speciale estratto di cardo mariano legato alla fosfatidilcolina. Sempre più ricerche scientifiche indicano che il Silibyn Phytosome viene assorbito meglio e produce risultati migliori rispetto al normale estratto di cardo mariano. Il Silibyn Phytosome è una delle più potenti sostanze epatoprotettrici conosciute. Stimola inoltre la formazione di nuove cellule epatiche per sostituire quelle danneggiate. Dose: da 240 e 360 mg al giorno.


Theracurmin è una speciale forma di curcumina, il pigmento giallo della curcuma, che ha dimostrato il miglior assorbimento tra i prodotti a base di curcumina disponibili in commercio, nonché la capacità di supportare la salute del fegato in uno studio in doppio cieco, controllato con placebo. Dose: da 60 e 90 mg al giorno.


Come faccio a sapere se il programma funziona?


Per monitorare la salute del fegato, sono utili gli esami del sangue, che misurano i livelli di enzimi delle cellule epatiche nel sangue. Se il fegato è irritato o danneggiato, la quantità di enzimi nel sangue sarà elevata.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.

Degenerazione maculare

Cosa si intende per degenerazione maculare?


La macula è la porzione della retina in cui vengono messe a fuoco le immagini. È la parte dell’occhio responsabile della visione ottimizzata. La degenerazione della macula legata all’età è la principale causa di grave perdita della vista negli Stati Uniti nelle persone di età pari o superiore ai cinquantacinque anni.


I soggetti affetti da degenerazione maculare possono avere una visione offuscata; gli oggetti dritti possono apparire distorti o piegati; può essere presente una macchia scura vicino o intorno al centro del campo visivo; durante la lettura potrebbero non vedere parti delle parole. Le persone affette da degenerazione maculare hanno generalmente una buona visione periferica, ma non riescono a vedere ciò che si trova direttamente davanti a loro.


Quali sono le cause della degenerazione maculare?


I principali fattori di rischio per la degenerazione maculare sono il fumo, l’invecchiamento, l’aterosclerosi (indurimento delle arterie) e la pressione sanguigna elevata. Sembra che la degenerazione sia il risultato di un danno da radicali liberi, simile al tipo di danno che induce la cataratta. Tuttavia, la diminuzione dell’apporto di sangue e ossigeno alla retina è il preludio e il fattore chiave che porta alla degenerazione maculare.


Quali fattori alimentari sono importanti nella degenerazione maculare?


Una dieta ricca di frutta e verdura è associata a un minor rischio di ARMD. Si presume che tale protezione sia il risultato di una maggiore assunzione di vitamine e minerali antiossidanti. Tuttavia, vari componenti alimentari “non essenziali”, come caroteni, luteina, zeaxantina e licopene, insieme ai flavonoidi, si stanno rivelando ancora più significativi nella protezione dall’ARMD rispetto agli antiossidanti nutrizionali tradizionali, come la vitamina C, la vitamina E e il selenio. La macula, soprattutto la porzione centrale (la fovea), deve il suo colore giallo all’elevata concentrazione di luteina e zeaxantina. Questi caroteni gialli hanno la funzione di prevenire i danni ossidativi nell’area della retina responsabile della visione ottimizzata e ovviamente svolgono un ruolo centrale nella protezione dallo sviluppo della degenerazione maculare.


Le fonti alimentari di questi caroteni sono le verdure a foglia verde, il broccolo, i cavoli, le bietole, il cavolo riccio, la senape e le cime di rapa, i peperoni rossi, i pomodori per il licopene e il mais, la zucca, le patate dolci e le carote per gli altri carotenoidi.


Quali integratori alimentari sono importanti in caso di degenerazione maculare?


Integratori di base. Integratore multivitaminico e multiminerale ad alto dosaggio; vitamina D 2.000-5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA+DHA da 1.000 a 3.000 mg/giorno.


È stato dimostrato che l’integrazione di luteina è in grado di arrestare la progressione dell’ARMD e può anche portare a un significativo miglioramento della funzione visiva. Dose: assumere 15-20 mg al giorno per tre mesi, seguiti da una dose di mantenimento di 5-6 mg al giorno.


Mirtillo nero, Ginkgo Biloba, semi di uva o estratto di corteccia di pino contengono potenti flavonoidi antiossidanti che offrono un’enorme protezione alle strutture degli occhi. Generalmente il trattamento della degenerazione maculare prevede l’inclusione di uno di questi estratti. Dose: tra 240 e 320 mg al giorno.


Come faccio a sapere se il programma funziona?


È meglio sottoporsi a una visita oculistica di base e seguire il programma per almeno sei mesi prima di sottoporsi a un nuovo esame. Il programma funziona se la condizione non è peggiorata o se vi sono segni di miglioramento.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.

Vitalità maschile

Che cos’è la vitalità sessuale maschile?


Gli aspetti fondamentali della vitalità sessuale maschile sono la capacità di raggiungere e mantenere l’erezione e di avere una quantità sufficiente di sperma fertile per la riproduzione. Quasi un uomo su quattro di età superiore ai 50 anni non è in grado di avere prestazioni sessuali. Ancora più doloroso dal punto di vista emotivo per molti uomini è l’impossibilità per una coppia di concepire a causa della sterilità del partner maschile. Negli Stati Uniti si stima che circa il 6 % degli uomini di età compresa tra i 15 e i 50 anni sia sterile. La maggior parte delle cause di sterilità maschile riflette un’anomalia nel numero o nella qualità degli spermatozoi. Sebbene sia necessario un solo spermatozoo per fecondare un ovulo, nel corso di un’eiaculazione media un uomo espelle quasi 200 milioni di spermatozoi. Tuttavia, a causa delle barriere naturali presenti nel tratto riproduttivo femminile, solo una quarantina di spermatozoi arrivano in prossimità di un ovulo. Esiste una stretta correlazione tra il numero di spermatozoi presenti nell’eiaculato e la fertilità.


Quali fattori influiscono sulla vitalità sessuale maschile?


I fattori che riducono la vitalità sessuale maschile includono l’indurimento delle arterie (aterosclerosi), il diabete, il basso livello di testosterone e l’uso di certi farmaci da prescrizione, come quelli per l’ipertensione, la depressione e le allergie. L’aterosclerosi dell’arteria del pene è la causa principale della disfunzione erettile (DE) in oltre la metà degli uomini sopra i 50 anni. Farmaci come il Viagra e il Cialis funzionano per un certo periodo perché migliorano artificialmente il flusso sanguigno al tessuto erettile, ma una soluzione efficace a lungo termine consiste nel migliorare la salute delle arterie tramite l’alimentazione, lo stile di vita e un’adeguata integrazione.


I fattori che influenzano il numero totale di spermatozoi e la qualità dello sperma includono una serie di fattori ambientali, alimentare e di stile di vita.


Quali fattori alimentari sono importanti nella vitalità sessuale maschile?


Una funzione sessuale ottimale richiede un’alimentazione altrettanto ottimale. Una dieta ricca di alimenti integrali, in particolare verdura, frutta, cereali integrali, legumi, noci e semi, è fondamentale. I fattori importanti per la salute cardiaca sono fondamentali anche per la vitalità sessuale maschile.


Quali integratori alimentari sono importanti per la vitalità sessuale maschile?


Integratori di base. Integratore multiminerale e multivitaminico ad alto dosaggio; vitamina D3 2.000-5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA+DHA da 1.000 a 3.000 mg/giorno.


Lo zinco è forse l’oligoelemento più importante per la funzione sessuale. Lo zinco si concentra nello sperma e l’eiaculazione frequente può ridurre notevolmente le scorte di zinco del corpo. In caso di carenza di zinco, per trattenere questo importante oligoelemento l’organismo sembra reagire riducendo il desiderio sessuale. Dose: tra 30 e 45 mg al giorno.


L’arginina aumenta la formazione di monossido di azoto nei vasi sanguigni e può migliorare l’afflusso di sangue al tessuto erettile. In uno studio in doppio cieco, il 31 % dei pazienti che assumevano L-arginina ha riportato un miglioramento significativo della funzione sessuale rispetto a solo l’11 % dei soggetti di controllo. Dose: tra 1.000 e 3.000 mg al giorno.


Il seme d’uva o l’estratto di corteccia di pino contengono flavonoidi noti come oligomeri procianidolici che, in uno studio in doppio cieco, hanno dimostrato di aumentare in modo drastico i benefici dell’arginina, presumibilmente potenziando la produzione di monossido di azoto all’interno dei tessuti erettili in misura ancora maggiore rispetto alla sola arginina. Dose: tra 150 e 300 mg al giorno.


Il tongkat ali o longjack (Eurycoma longifolia Jack) è un rimedio tradizionale del sud-est asiatico per la vitalità sessuale maschile. Diversi studi sperimentali sui roditori hanno dimostrato la capacità del longjack di migliorare il comportamento sessuale, compresi risultati impressionanti nei ratti apatici e impotenti. È interessante notare che il governo della Malesia e il Massachusetts Institute of Technology hanno co-brevettato un estratto d’acqua per le disfunzioni sessuali e la sterilità maschile. L’unico studio pubblicato sull’uomo è una ricerca su scala ridotta su 14 uomini scelti a caso che hanno assunto 100 mg/giorno di estratto idrosolubile di longjack o un placebo. Secondo i risultati, il longjack ha aumentato la massa corporea magra, ha ridotto il grasso corporeo e ha aumentato la forza e le dimensioni dei muscoli.


L’erba di capra cornea (Epimedium sp.) è un’erba utilizzata nella medicina tradizionale cinese da tempo apprezzata per i suoi benefici sulla funzione sessuale maschile. Studi sperimentali hanno identificato una sostanza nota come icariina che agisce aumentando i livelli di monossido di azoto nel tessuto erettile, in modo simile al sildenafil (Viagra). L’erba di capra cornea è stata utilizzata per annullare parti del brevetto statunitense del Viagra, sulla base del suo uso storico nella medicina cinese. Purtroppo non sono stati condotti studi clinici sull’erba di capra cornea come unica terapia per promuovere la funzione sessuale maschile, anche se ci sono alcuni piccoli studi che la includono in una formula di combinazione di erbe.


La carnitina è un composto fondamentale per la corretta formazione dello sperma. Un basso livello di carnitina comporta una drastica riduzione dello sviluppo, della funzione e della motilità degli spermatozoi. È stato dimostrato che l’integrazione della carnitina nella dieta è utile per ripristinare la fertilità maschile. La carnitina è essenziale per la corretta produzione di energia all’interno degli spermatozoi, per consentire la loro formazione e il corretto funzionamento. Dose: 1.500 mg al giorno.


Come faccio a sapere se il programma funziona?


Miglioramento delle prestazioni sessuali


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.

Menopausa

Cosa si intende per menopausa?


La menopausa indica la cessazione delle mestruazioni nelle donne, che generalmente si verifica al raggiungimento di cinquant’anni, ma anche già a 40 anni e fino a 55 anni. Da sei a dodici mesi senza mestruazioni è la norma comunemente accettata per diagnosticare la menopausa.


I disturbi più comuni della menopausa sono le vampate di calore, il mal di testa, la vaginite, le frequenti infezioni del tratto urinario, le mani e i piedi freddi, la smemoratezza e l’incapacità di concentrarsi.


Quali sono le cause della menopausa?


La menopausa si verifica quando non ci sono più ovuli nelle ovaie. Questo “esaurimento” delle ovaie riflette il corso naturale degli eventi. Alla nascita, ci sono circa un milione di ovuli. Questo numero scende a circa 300.000 o 400.000 nella pubertà, ma solo circa quattrocento di questi ovuli matureranno effettivamente durante l’età riproduttiva. Quando una donna raggiunge i cinquant’anni, rimangono pochi ovuli. Con la menopausa, l’assenza di follicoli attivi (l’alloggiamento cellulare dell’ovulo) determina una riduzione della produzione di estrogeni e progesterone. In risposta a questo calo di estrogeni, l’ipofisi aumenta la secrezione di ormone follicolo-stimolante (FSH) e di ormone luteinizzante (LH).


Quali fattori alimentari sono importanti nella menopausa?


La raccomandazione alimentare fondamentale per alleviare i sintomi della menopausa consiste nell’aumentare la quantità di alimenti vegetali, soprattutto quelli ad alto contenuto di fitoestrogeni, riducendo al contempo l’assunzione di alimenti animali. I fitoestrogeni sono composti vegetali in grado di legarsi ai recettori degli estrogeni e possono sostituire in parte l’effetto degli estrogeni che non vengono più prodotti. Gli alimenti ricchi di fitoestrogeni includono i fagioli e gli alimenti a base di soia, i semi di lino, le noci, i cereali integrali, le mele, il finocchio, il sedano, il prezzemolo e l’erba medica. Si ritiene che un’elevata assunzione di fitoestrogeni spieghi perché le vampate di calore e altri sintomi della menopausa si manifestano raramente nelle culture in cui si assumono prevalentemente alimenti di origine vegetale. L’aumento dell’assunzione di fitoestrogeni contribuisce a ridurre le vampate di calore, ad aumentare la maturazione delle cellule vaginali e a inibire l’osteoporosi.


Quali integratori alimentari dovrei assumere per la menopausa?


Integratori di base. Integratore multivitaminico e multiminerale ad alto dosaggio; vitamina D3 2.000-5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA+DHA da 1.000 a 3.000 mg/giorno.


Il magnesio può contribuire a migliorare il tono dei vasi sanguigni. Si ritiene che bassi livelli di magnesio contribuiscano allo sviluppo delle vampate di calore, perché rendono i vasi sanguigni più sensibili ai cambiamenti ormonali. Integrando il magnesio, questi vasi sanguigni diventano più stabili e le vampate di calore vengono eliminate. Dose: assumere in forma di citrato, da 150 a 250 mg tre volte al giorno.


L’assunzione dell’estratto di Cohosh nero (Cimicifuga racemosa) è l’approccio naturale più studiato per i sintomi della menopausa. La maggior parte degli studi, sebbene non tutti, ha avuto risultati molto positivi. Ad esempio, in uno studio, a 80 pazienti è stato somministrato per 12 settimane l’estratto di cohosh nero (due compresse due volte al giorno, con 4 mg di 27-deossiacteina al giorno) o estrogeni coniugati (0,625 mg al giorno), oppure un placebo: l’estratto di cohosh nero ha dato i risultati migliori. Il numero di vampate di calore avvertite al giorno è sceso da una media di 5 a meno di 1 nel gruppo del cohosh nero. In confronto, nel gruppo degli estrogeni il numero è sceso da 5 a solo 3,5. Ancora più impressionante è stato l’effetto del cohosh nero sulla costruzione del rivestimento vaginale. Dose: una quantità di estratto sufficiente a fornire 2 mg di 27-deossiacteina due volte al giorno.


Anche il Promensil®, un estratto di trifoglio rosso (Trifolium pratense), ha dimostrato di avere effetti benefici in studi preliminari su donne con sintomi della menopausa e può essere usato come alternativa al cohosh nero. Il trifoglio rosso è ricchissimo di fitoestrogeni che agiscono in modo simile agli isoflavoni della soia. La dose di Promensil è di 40-80 mg al giorno.


EstroSense di Natural Factors è una formula speciale studiata per ridurre gli effetti tossici degli estrogeni e degli xenoestrogeni. Sembra essere d’aiuto ad alcune donne che non rispondono al solo cohosh nero. 2 capsule due volte al giorno.


Come faccio a sapere se il programma funziona?


Riduzione dei sintomi della menopausa.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.

Emicrania

Cos’è l’emicrania?


L’emicrania è un mal di testa di tipo vascolare caratterizzato da un dolore acuto e martellante localizzato su un lato della testa. Il dolore dell’emicrania è caratterizzato da un dolore acuto pulsante o martellante. In genere si nota solo su un lato della testa. Anche se alcune emicranie si manifestano senza preavviso, molte persone che soffrono di emicrania presentano sintomi premonitori (“aura”) prima dell’inizio del dolore. Le aure tipiche durano alcuni minuti e comprendono: visione offuscata o luminosa, ansia, affaticamento, disturbi del pensiero e intorpidimento o formicolio su un lato del corpo.


Qual è la causa dell’emicrania?


Numerose prove supportano un’associazione tra emicrania e instabilità dei vasi sanguigni. Il meccanismo dell’emicrania può essere descritto come un processo in tre fasi: inizio, fase prodromica (tempo che intercorre tra l’inizio e la comparsa del mal di testa) e cefalea. Sebbene un particolare fattore di stress possa essere associato all’insorgenza di un attacco specifico, sembra che l’inizio dipenda dall’accumulo di diversi fattori di stress nel tempo. Questi fattori di stress in ultima analisi, influenzano il metabolismo della serotonina. Una volta raggiunto un punto critico di suscettibilità (o soglia), si innesca un “evento a cascata” che innesca un effetto domino che alla fine produce mal di testa. Le allergie alimentari, gli alimenti che rilasciano istamina, l’alcol (soprattutto il vino rosso), lo stress, i cambiamenti ormonali (p. es., mestruazioni, ovulazione, pillola anticoncezionale) e i cambiamenti climatici, in particolare i cambiamenti della pressione barometrica, sono esempi di alcuni comuni fattori scatenanti dell’emicrania.


Quali fattori alimentari sono importanti per l’emicrania?


L’allergia o la sensibilità alimentare possono svolgere un ruolo fondamentale nell’emicrania. Molti studi in doppio cieco, controllati con placebo, hanno dimostrato che il rilevamento e la rimozione di alimenti allergenici elimina o riduce notevolmente i sintomi del mal di testa nella maggior parte dei pazienti. L’allergia/intolleranza alimentare induce un attacco di emicrania principalmente a causa del rilascio di serotonina e istamina da parte delle piastrine. Inoltre, alimenti come formaggi stagionati, birra, fichi in scatola, fegato di pollo, cioccolato, additivi alimentari, pesce in salamoia, baccelli di fave, vino e lievito di birra contengono istamina, tiramina e/o altri composti che possono scatenare l’emicrania nei soggetti sensibili provocando l’espansione dei vasi sanguigni. È molto più probabile che il vino rosso causi mal di testa rispetto al vino bianco perché contiene livelli più elevati di fenoli e una quantità di istamina da 20 a 200 volte superiore.


Per ulteriori informazioni, consultare la sezione delle Allergie alimentari.


Quali integratori alimentari sono importanti per l’emicrania?


Integratori di base. Integratore multiminerale e multivitaminico ad alta potenza; vitamina D3: 2.000-5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA e DHA: da 1.000 a 3.000 mg/giorno.


Il 5-Idrossitriptofano ha dimostrato di essere efficace quanto la terapia farmacologica, ma potrebbe essere più sicuro. Il 5-HTP è l’elemento costitutivo diretto della serotonina. Poiché chi soffre di emicrania ha bassi livelli di serotonina nei tessuti, i ricercatori hanno definito l’emicrania una “sindrome da bassa serotonina”. Si ritiene che bassi livelli di serotonina portino a una diminuzione della soglia del dolore nei pazienti con cefalea cronica. Questa affermazione è fortemente supportata da oltre trentacinque anni di ricerca, compresi i risultati clinici positivi in studi in doppio cieco con il precursore della serotonina 5-idrossitriptofano (5-HTP). La dose raccomandata è di 50-100 mg al giorno negli adulti e di 5 mg per ogni chilo di peso corporeo nei bambini.


L’integrazione di Riboflavina ha mostrato risultati impressionanti nella prevenzione dell’emicrania. Una delle teorie utilizzate per spiegare le cause dell’emicrania è che siano causate da una riduzione della produzione di energia all’interno delle unità di produzione di energia delle cellule (i mitocondri) dei vasi sanguigni nella testa. Pertanto, poiché la vitamina B2 (riboflavina) ha il potenziale di aumentare la produzione di energia cellulare, si pensava che potesse avere effetti preventivi contro l’emicrania. In uno studio in doppio cieco con riboflavina (400 mg al giorno), la percentuale di pazienti che è migliorata di almeno il 50% è stata del 15% con il placebo e del 59% con la riboflavina. Non ci sono stati effetti collaterali attribuiti alla terapia con riboflavina.


Anche l’insufficienza di magnesio può svolgere un ruolo significativo in molti casi di mal di testa, poiché diversi ricercatori hanno dimostrato legami sostanziali tra bassi livelli di magnesio ed emicrania e cefalea da tensione. È noto che una carenza di magnesio pone le basi per eventi che possono causare un attacco di emicrania o un mal di testa tensivo. Nei pazienti con emicrania sono state riscontrate basse concentrazioni di magnesio nel cervello e nei tessuti, il che indica la necessità di un integratore poiché una delle funzioni chiave del magnesio è mantenere il tono dei vasi sanguigni e prevenire l’eccessiva eccitabilità delle cellule nervose. L’uso di integratori di magnesio può essere molto efficace nel prevenire l’emicrania. La dose raccomandata è di 150-250 mg tre volte al giorno. Il magnesio legato al citrato, al malato o all’aspartato, viene assorbito e tollerato meglio rispetto alle forme inorganiche come il solfato, l’idrossido o l’ossido di magnesio, che tendono a produrre un effetto lassativo.


Petadolex®, un estratto standardizzato della pianta di farfaraccio (Petasites hybridus). In uno studio, 60 pazienti affetti da cefalea con e senza aura hanno ricevuto in modo casuale 50 mg di Petadolex due volte al giorno per 12 settimane. Rispetto al basale, Petadolex ha ridotto la frequenza degli attacchi del 46% dopo 4 settimane, del 60% dopo 8 settimane e del 50% dopo 12 settimane di trattamento (gruppo placebo: 24%, 17% e 10%, rispettivamente).


È stato dimostrato che lo zenzero (Zingiber officinalis) è efficace nella prevenzione dell’emicrania. Rimangono molte domande sulla forma migliore di zenzero e sul dosaggio corretto. Lo zenzero fresco (dose di circa 10 g al giorno [fetta da 1/4 di pollice]) e gli estratti di zenzero standardizzati per contenere il 20% di gingerolo e shogaolo (dose di 100-200 mg tre volte al giorno) possono essere i più efficaci poiché i componenti antinfiammatori più attivi dello zenzero si trovano in questi preparati.


Le informazioni qui fornite non hanno lo scopo di fornire diagnosi, trattamenti o consigli medici. Il contenuto è solo a scopo informativo. Consultare un medico o un altro professionista sanitario per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento mediche o correlate alla salute. Le informazioni contenute in questa pagina non sostituiscono i consigli di un professionista sanitario.

Umore

Che cos’è l’umore?


Il termine umore si riferisce al modo in cui ci si sente. Il disturbo dell’umore più comune è la depressione, la quale è associata ai seguenti sintomi concomitanti:


  1. Scarso appetito accompagnato da perdita di peso o forte appetito accompagnato da aumento di peso
  2. Insonnia o eccessiva sonnolenza (ipersonnia)
  3. Iperattività o inattività fisica
  4. Perdita di interesse o di piacere nelle attività comuni o riduzione del desiderio sessuale
  5. Mancanza di energia, sensazione di affaticamento
  6. Sentimenti di impotenza, biasimo nei propri confronti o colpa inappropriata
  7. Riduzione della capacità di concentrazione o di pensiero
  8. Pensieri ricorrenti di morte o suicidio

La presenza di cinque su otto di questi sintomi indica una condizione di depressione clinica, mentre quattro sintomi indicano una probabilità di depressione. Perché si possa parlare di depressione clinica, i sintomi devono essere presenti almeno per un mese. Per ulteriori informazioni, rivolgersi a un professionista sanitario adeguato.


Quali sono le cause del disturbo dell’umore?


L’umore è il risultato dell’interazione di fattori sia psicologici che fisiologici. In altre parole, ciò che determina il nostro umore è il risultato degli elementi su cui ci concentriamo interiormente (ad esempio, pensieri abituali, dialogo interiore, grado di ottimismo ecc.) e di vari fattori fisici (ad esempio, stato nutrizionale, ormoni, grado di dolore e infiammazione ecc.). Stress e sonno di pessima qualità spesso sono fattori fondamentali che influiscono sull’umore. Inoltre, numerose sostanze (farmaci, droghe illegali, alcol, caffeina, nicotina ecc.) possono influenzare l’umore.


Quali fattori alimentari sono importanti nel supporto di un umore positivo?


La carenza di un qualsiasi nutriente può alterare il funzionamento del cervello e causare depressione dell’umore, ansia e altri disturbi mentali, soprattutto le carenze di vitamina B12, acido folico, altre vitamine del gruppo B e acidi grassi omega 3. Inoltre, poiché per funzionare correttamente il cervello ha bisogno di un apporto costante di glucosio ematico, è necessario evitare l’ipoglicemia (glicemia bassa). I sintomi dell’ipoglicemia possono essere da lievi a gravi e includono depressione, ansia, irritabilità e altri disturbi psicologici, affaticamento, mal di testa, vista offuscata, sudorazione eccessiva e confusione mentale. Talvolta, è sufficiente eliminare semplicemente i carboidrati raffinati e la caffeina (che può peggiorare l’ipoglicemia) dalla dieta per migliorare l’umore in molti soggetti affetti da ipoglicemia.


Quali integratori alimentari dovrei assumere per migliorare l’umore?


Integratori di base. Integratore multivitaminico e multiminerale ad alto dosaggio; vitamina D3 da 2.000 a 5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA+DHA da 1.000 a 3.000 mg/giorno.


L’olio di pesce è particolarmente importante per i problemi del cervello, compreso l’umore. Gli acidi grassi omega 3 a catena lunga EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesanoico) sono fondamentali per la salute della membrana delle cellule del cervello. Livelli bassi di EPA e DHA causano l’alterazione della struttura e del funzionamento delle cellule cerebrali, che può influire sull’umore e sul comportamento. Dose: 3.000 mg di EPA+DHA.


Il 5-Idrossitriptofano (5-HTP) viene estratto dal seme di una pianta africana (Griffonia simplicifolia) ed è il precursore diretto della serotonina, sostanza chimica fondamentale del cervello che regola l’umore. Oltre ad aumentare i livelli di serotonina, il 5-HTP provoca l’aumento dei livelli di endorfina e di altri neurotrasmettitori che migliorano l’umore. Numerosi studi in doppio cieco hanno confermato questo effetto di miglioramento dell’umore. La raccomandazione standard è di 50-100 mg tre volte al giorno (meglio prima dei pasti e associato all’assunzione di un prodotto con rivestimento enterico per prevenire problemi gastrointestinali).


L’estratto di iperico (Hypericum perforatum) ora è un prodotto noto per le sue proprietà di potenziamento naturale dell’umore. La dose dell’estratto di iperico (contenuto di ipericina allo 0,3 %) è compresa tra 900 e 1.800 mg al giorno. Poiché l’estratto di iperico attiva enzimi nel fegato e nell’intestino che li depurano da determinate sostanze, non utilizzare l’iperico se si prendono ciclosporine, indinavir, contraccettivi orali e anticoagulanti, ad esempio il warfarin (Coumadin®), senza consultare prima un medico.


I livelli dideidroepiandrosterone (DHEA) di norma si riducono con l’invecchiamento e questo potrebbe peggiorare l’umore. La dose consigliata per un aiuto graduale agli uomini con più di 45 anni è compresa tra 15 a 25 mg al giorno, mentre per le donne è compresa tra 5 e 15 mg al giorno.


La S-adenosil metionina (SAMe) viene utilizzata nella produzione di numerosi composti chimici del cervello, tra cui la serotonina e altri neurotrasmettitori. Numerosi test clinici pubblicati hanno dimostrato che l’uso di SAMe è utile nel migliorare l’umore. Dose: da 200 a 400 mg tre volte al giorno.


Come faccio a sapere se le raccomandazioni funzionano?


Le sensazioni relative all’umore sono soggettive nella maggior parte dei casi. L’effetto dei prodotti naturali descritti sopra sull’umore in genere richiede qualche tempo per essere individuato, ad esempio da 2 a 6 settimane. Uno dei primi risultati rilevati è una migliore qualità del sonno.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.

Prostata

Cosa si intende per salute della prostata?


La prostata è una ghiandola a forma di ciambella e delle dimensioni di una noce che si trova sotto la vescica e circonda l’uretra. Secerne un fluido alcalino fine e lattiginoso che aumenta la mobilità dello sperma e lubrifica l’uretra per prevenire l’insorgenza di infezioni.


Esistono due condizioni mediche principali che la colpiscono. La prima è l’ingrossamento, noto anche come iperplasia prostatica benigna (IPB). Dopo una certa età, quasi tutti gli uomini sviluppano questo disturbo. L’IPB non è un cancro e non rappresenta un rischio per la vita della persona. Il secondo caso, ossia il cancro alla prostata, è molto più serio. Pur presentando sintomi simili all’IPB, può diffondersi in altre parti del corpo e risultare fatale. Il cancro alla prostata è il secondo tipo di tumore più letale negli uomini (il primo, con molto distacco, è il cancro ai polmoni).


I sintomi dell’IPB o dell’insorgenza di un cancro alla prostata sono legati all’ostruzione della vescica e si manifestano con l’aumento della frequenza urinaria, risvegli notturni per svuotare la vescica e la riduzione della forza e della velocità del flusso di urina.


Avvertimento: i disturbi della prostata possono essere diagnosticati solo da un medico. Evitare di effettuare autodiagnosi. Se si sperimentano sintomi riconducibili all’IPB o al cancro alla prostata, consultare immediatamente il medico per una diagnosi adeguata.


Da cosa dipende la salute della prostata?


I problemi alla prostata sono per lo più conseguenza dei cambiamenti ormonali associati all’avanzare dell’età. Si tratta di variazioni a livello degli ormoni maschili (androgeni), femminili (estrogeni) e ipofisari negli uomini di mezza età. La conseguenza principale di tali variazioni è un aumento della concentrazione di testosterone all’interno della ghiandola prostatica e una maggiore trasformazione di questo ormone in una forma ancora più potente, detta diidrotestosterone (DHT) L’aumento dei livelli di testosterone e DHT è dovuto in gran parte a una diminuzione della velocità di eliminazione combinata con un aumento dell’attività dell’enzima 5-alfa-reduttasi, che trasforma il testosterone in DHT.


Quali fattori alimentari sono importanti nella salute della prostata?


L’alimentazione sembra essere un aspetto fondamentale per la salute della prostata. Si consiglia una dieta ricca di alimenti naturali e integrali che privilegi legumi, verdura, frutta, noci e semi. Il consumo di circa 60 gr di semi di girasole, semi di zucca o semi di lino crudi è spesso consigliato per migliorare la salute della prostata. Anche il consumo quotidiano di verdure ricche di licopene come pomodori, spinaci, cavoli, mango, broccoli e bacche favorisce il benessere prostatico. Inoltre, è importante ridurre l’assunzione di alcol (soprattutto la birra), caffeina e zucchero; queste sostanze infatti hanno un impatto negativo sul modo in cui il testosterone viene metabolizzato e smaltito dall’organismo.


Quali integratori alimentari dovrei assumere per la salute della prostata?


Integratori di base. Integratore multiminerale e multivitaminico ad alto dosaggio; vitamina D3 2.000-5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA+DHA da 1.000 a 3.000 mg/giorno. Questi integratori forniscono un eccellente supporto nutrizionale per la salute della prostata. In particolare, è molto importante assumere quantità adeguate di zinco (20-30 mg al giorno), EPA+DHA e vitamina D.


Androsense T-Correct è formulato specificamente per fornire agli uomini il supporto nutrizionale necessario a favorire il mantenimento di un sano equilibrio ormonale. Ciò avviene principalmente grazie alla sua capacità di favorire una corretta disintossicazione ed eliminazione degli estrogeni in eccesso e delle tossine ambientali che possono alterare l’equilibrio ormonale maschile. La formula contiene diindolilmetano (DIM), indolo-3-carbinolo (I3C), sulforafano e calcio-d-glucarato (CDG), tutti nutrienti concentrati presenti nelle verdure della famiglia dei cavoli e che favoriscono un sano metabolismo degli estrogeni sia negli uomini che nelle donne. Inoltre, offre un’ampia gamma di agenti di supporto che migliorano la disintossicazione dagli estrogeni e proteggono gli organi importanti dell’apparato sessuale maschile. Dose: una o due capsule due volte al giorno.


Il licopene è il carotene di colore rosso presente in pomodori, papaia, guaiava, pompelmo rosa e anguria. Qualche anno fa alcuni ricercatori di Harvard hanno scoperto che, tra i diversi tipi di carotene, solo il licopene era chiaramente collegato alla salute della prostata. Dose: Da 5 a 15 mg di licopene al giorno.


Tra gli approcci erboristici per il mantenimento della salute della prostata, l’estratto di sabal serrulata è la sostanza che presenta i maggiori vantaggi. Dose: per l’estratto clinicamente testato e standardizzato per contenere dall’85 al 95 % di acidi grassi e steroidi, da 320 a 640 mg al giorno.


Il Cernilton, un estratto dei pollini dei fiori, è utilizzato in Europa da oltre 35 anni per promuovere la salute della prostata e i suoi effetti sono stati confermati da studi clinici svolti in doppio cieco. Dose: da 63 a 126 mg due o tre volte al giorno.


Il tè verde contiene polifenoli che svolgono un ruolo rilevante nel favorire la salute della prostata. Alcuni studi hanno rilevato che in Giappone gli uomini riportano una migliore salute della prostata, in parte perché bevono circa 3 tazze al giorno di tè verde. In questo modo consumano circa 3 grammi di componenti solubili, che forniscono una dose giornaliera di circa 240-320 mg di polifenoli. Dose: per un estratto di tè verde standardizzato all’80% di polifenoli totali, da 300 a 400 mg.


Come si fa a sapere se le raccomandazioni funzionano?


Solitamente, un miglioramento delle condizioni della prostata è associato alla diminuzione dei sintomi di invecchiamento. Un minor numero di risvegli notturni per svuotare la vescica è in genere tra i primi segnali di miglioramento, seguito da una diminuzione dell’urgenza di urinare e un aumento della forza e del flusso di urina.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.

Sonno

Cosa si intende per qualità del sonno?


La qualità del sonno si riferisce alla combinazione di una facile induzione del sonno, di un tempo sufficiente trascorso nei livelli più profondi del sonno e nel sonno REM (rapid eye movement: movimento oculare rapido) e di un tempo totale di sonno adeguato.


Quali fattori influenzano la qualità del sonno?


La sfida più grande alla qualità del sonno è l’insonnia. Esistono due forme fondamentali di insonnia. Nell’insonnia iniziale, la persona ha difficoltà ad addormentarsi. Nell’insonnia centrale, la persona soffre di risvegli frequenti o precoci.


Le cause più comuni dell’insonnia sono di natura psicologica: depressione, ansia e tensione. Se i fattori psicologici non sembrano essere la causa, la responsabilità potrebbe essere attribuita a diversi alimenti, bevande e farmaci. Numerosi composti presenti negli alimenti e nelle bevande (in particolare la caffeina) possono interferire con il normale ciclo del sonno. Esistono inoltre oltre trecento farmaci che interferiscono con il normale ciclo del sonno.


Quali fattori alimentari sono importanti nella qualità del sonno?


I fattori alimentari principali sono i seguenti:


  • Eliminare la caffeina. È essenziale che l’alimentazione sia priva di stimolanti come la caffeina e i composti correlati. Anche piccole quantità di caffeina, come quelle presenti nel caffè o nel tè decaffeinato, possono essere sufficienti a causare insonnia in alcune persone.
  • Eliminare l’alcol. L’alcol provoca il rilascio di adrenalina e altera la produzione di serotonina (un’importante sostanza chimica del cervello che favorisce il sonno).
  • Evitare lo zucchero e gli alimenti ad alto indice glicemico. Un’alimentazione irregolare e ricca di zuccheri e carboidrati raffinati può causare un errato controllo della glicemia, con conseguente rilascio di adrenalina e cortisolo durante la notte.
  • Gli alimenti ricchi di aminoacido triptofano, come il tacchino, il latte, la ricotta, il pollo, le uova e le noci, in particolare le mandorle, possono contribuire a favorire il sonno. Nel cervello, il triptofano viene convertito in serotonina e melatonina, composti naturali che inducono il sonno.

Quali integratori alimentari sono importanti per la qualità del sonno?


Integratori di base. Integratore multiminerale e multivitaminico ad alto dosaggio; vitamina D3 2.000-5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA+DHA da 1.000 a 3.000 mg/giorno.


La melatonina è un importante ormone secreto dalla ghiandola pineale, una piccola ghiandola situata al centro del cervello. La melatonina è uno dei migliori alleati del sonno. Diversi studi hanno dimostrato l’utilità dell’integrazione di melatonina per indurre e mantenere il sonno sia nei bambini che negli adulti, sia per le persone con un normale ritmo di sonno che per quelle che soffrono di insonnia. Tuttavia, sembra che gli effetti della melatonina sul sonno siano più evidenti solo se i livelli di melatonina di una persona sono bassi. In altre parole, l’assunzione di melatonina non è come l’assunzione di un sonnifero o di 5-HTP. Ha un effetto sedativo solo quando i livelli di melatonina sono bassi. Dose: 3 mg al momento di coricarsi.


È stato dimostrato che la B12 in forma di metilcobalamina favorisce il sonno in alcune persone che soffrono del cosiddetto disturbo sonno-veglia. Questo disturbo è caratterizzato da eccessiva sonnolenza diurna, notti agitate e frequenti risvegli notturni. È molto comune nei turnisti e negli anziani. Nelle persone con disturbi del sonno e della veglia, l’assunzione di metilcobalamina ha spesso portato a un miglioramento della qualità del sonno, a un aumento di attenzione e concentrazione durante il giorno e a un miglioramento dell’umore. Gran parte del beneficio sembra essere il risultato dell’influenza della metilcobalamina sulla secrezione di melatonina. Dose: da 3 a 5 mg di metilcobalamina al momento del risveglio.


Il magnesio produce un effetto calmante, allevia lo stress e favorisce il rilassamento generale, nonché un sonno ristoratore. Dose: 250 mg al momento di coricarsi.


Il 5-idrossitriptofano , o 5-HTP, viene convertito nel cervello in serotonina, che favorisce il sonno. In numerosi studi clinici in doppio cieco, è stato inoltre dimostrato che il 5-HTP riduce il tempo necessario per prendere sonno e il numero di risvegli. Poiché il triptofano è attualmente disponibile solo su prescrizione medica, il 5-HTP è il sostituto a portata di mano. Gli effetti sedativi del 5-HTP possono essere potenziati se l’assunzione avviene prima di coricarsi con una fonte di carboidrati, come frutta o succo di frutta. La dose consigliata è compresa tra 50 e 100 mg.


La L-teanina è un aminoacido rilassante contenuto nel tè verde, disponibile come integratore. Studi clinici hanno dimostrato che la L-teanina induce un senso di calma e migliora significativamente la qualità del sonno. È sicura per i bambini. Dose: 200 mg due volte al giorno o 400 mg al momento di coricarsi.


La valeriana (Valeriana officinalis) è il sedativo a base di erbe più diffuso. Diversi studi clinici in doppio cieco hanno dimostrato la capacità della valeriana di migliorare la qualità del sonno. La valeriana ha il vantaggio di non provocare solitamente sonnolenza diurna o diminuzione della concentrazione e di non compromettere le prestazioni fisiche. Dose: per l’estratto standardizzato di valeriana (contenuto di acido valerenico 0,8 %), 150-300 mg 45 minuti prima di coricarsi.


PGX è una rivoluzionaria matrice di fibre alimentari in grado di migliorare il controllo della glicemia. PGX® stabilizza i livelli di glicemia e può contribuire a ridurre i risvegli notturni dovuti alle sue fluttuazioni. PGX è disponibile in varie forme, ad esempio granuli e capsule, ed è contenuta in miscele per bevande che inducono senso di sazietà o che sostituiscono i pasti. Dose: da 2,5 a 5 grammi prima dei pasti.


Come faccio a sapere se il programma funziona?


Il vero indicatore del funzionamento del programma è il livello di energia durante il giorno.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.

Stress

Che cos’è lo stress?


Lo stress può essere definito come qualsiasi interferenza - ad esempio caldo o freddo, tossina chimica, microorganismi, trauma fisico, forte reazione emotiva - che può attivare la “risposta allo stress”. La risposta allo stress è composta da tre fasi: allarme (attacco o fuga), resistenza ed esaurimento. Queste fasi vengono controllate e regolate principalmente dalle ghiandole surrenali. Se lo stress è estremo, straordinario o di lunga durata, la risposta allo stress può essere travolgente e diventa piuttosto dannosa per qualsiasi sistema corporeo.


Quali sono le cause dello stress?


Lo stress fa parte della vita. Secondo Selye, il padre della ricerca sullo stress, lo stress in sé non deve essere visto in un contesto negativo. Non è il fattore stressante che determina la risposta, quanto la reazione interiore dell’individuo, che quindi attiva la risposta. La reazione interiore è altamente individuale. Ciò che una persona può vivere come stressante viene vista in modo completamente diverso da un’altra.


Quali fattori alimentari sono importanti nello stress?


Per molte persone stressate, uno dei maggiori responsabili è la caffeina. L’americano medio consuma da 150 a 225 mg di caffeina al giorno, più o meno la quantità di caffeina contenuta in due tazze di caffè. Anche se quasi tutti riescono a tollerare questa quantità, le persone inclini all’ansia o allo stress tendono a essere particolarmente sensibili alla caffeina. Nei periodi stressanti, è importante ridurre o eliminare la caffeina. Di seguito vengono illustrate alcune importanti linee guida a supporto della risposta corporea allo stress:


  • Eliminare o ridurre l’assunzione di alcol.
  • Eliminare i carboidrati raffinati dalla propria dieta, soprattutto le fonti di zucchero bianco e farina bianca.
  • Aumentare il rapporto potassio/sodio con il consumo di cibi integrali e naturali.
  • Consumare pasti regolari pianificati in un ambiente rilassato.

Quali integratori alimentari dovrei assumere in caso di stress?


Integratori di base. Integratore multivitaminico e multiminerale ad alto dosaggio; vitamina D3 da 2.000 a 5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA+DHA da 1.000 a 3.000 mg/giorno.


Vitamine del gruppo B e C, zinco e magnesio sono nutrienti fondamentali per aiutare il corpo a gestire lo stress. La dose giornaliera consigliata dovrebbe essere assunta attraverso un multivitaminico multiminerale ad alto dosaggio.


Il magnesio ha effetti anti-stress e calmanti importanti. Dose: da 150 a 250 mg di magnesio (citrato) prima di andare a dormire.


Gli oli di pesce, concentrati di EPA e DHA, si sono rivelati efficaci per le persone alle prese con la gestione dello stress. Dose: 3.000 mg di EPA+DHA.


Erbe per il supporto delle ghiandole surrenali. Sono tanti i prodotti a base di erbe che supportano il funzionamento delle ghiandole surrenali. Tra le più note vi sono il ginseng cinese (Panax ginseng), il ginseng siberiano (Eleutherococcus senticosus), la rodiola (Rhodiola rosacea), e il ginseng indiano o ashwaganda (Withania somnifera). Tutte queste piante hanno effetti benefici sul funzionamento delle ghiandole surrenali e aumentano la resistenza allo stress, perciò sono spesso chiamate “adattogene” perché contribuiscono all’adattamento allo stress (ossia alla sua gestione). Queste piante storicamente sono state utilizzate per:


  • Ripristinare la vitalità di persone debilitate e deboli.
  • Aumentare la sensazione di energia.
  • Migliorare le prestazioni mentali e fisiche.
  • Prevenire gli effetti negativi dello stress e migliorare la risposta del corpo allo stress. Queste erbe possono essere utilizzate singolarmente o in combinazione. Dose: seguire le istruzioni sull’etichetta. Nota: talvolta le formule combinate sembrano dare i risultati migliori, ad esempio Serenity Formula di Natural Factors.

Sensoril è un estratto brevettato di Withania somnifera (ashwaganda) che ha mostrato proprietà ansiolitiche e antistress. Merita una menzione speciale perché è unico nel produrre un effetto rilassante e al contempo aumentare i livelli di energia e ridurre la fatica. Assumerne da 125 a 250 mg due volte al giorno.


PharmaGABA è la forma naturale del GABA, un’importante sostanza chimica del cervello. Tra gli effetti dell’uso di un integratore quale PharmaGABA vi è la promozione di sensazioni di calma accompagnate da capacità di concentrazione e chiarezza maggiori. Il suo utilizzo quotidiano aiuta a combattere in maniera straordinaria lo stress e a migliorare al contempo la qualità del sonno. Alcuni studi hanno dimostrato la capacità di PharmaGABA di promuovere la modifica delle onde cerebrali che rispecchiano sensazioni di calma già dopo 5 minuti dalla sua assunzione. Dose: da 100 a 200 mg fino a tre volte al giorno


La L-teanina, come il GABA, è un aminoacido rilassante, che si trova nel tè verde, ma anche in forma di integratore alimentare. Alcuni studi clinici hanno dimostrato che la L-teanina induce gradualmente un senso di calma e migliora la qualità del sonno. È adatta ai bambini. Dose: da 100 a 200 mg fino a tre volte al giorno.


Ausili naturali per il sonno. Esistono vari prodotti naturali efficaci che contribuiscono a migliorare la qualità del sonno. Se necessario, consiglio di provare Tranquil Sleep di Natural Factors. Questa formula fornisce una combinazione di melatonina (3 mg), 5-HTP (30 mg) e L-teanina (200 mg) sotto forma di saporita compressa masticabile o di morbida capsula di gelatina. Questi tre ingredienti collaborano per ridurre il tempo impiegato per addormentarsi e il numero di risvegli notturni. Dose: due compresse o capsule prima di andare a dormire.


PGX è una matrice di fibra alimentare che contribuisce a stabilizzare i livelli di glicemia. Un cattivo controllo della glicemia rappresenta un fattore importante di stress e di mancanza di regolarità del sonno durante la notte, poiché causa il rilascio di ormoni quali adrenalina e cortisolo. Questi composti stimolano il cervello e generano sensazioni di stress. Dose: da 2,5 a 5 grammi di granuli di PGX prima dei pasti.


Come faccio a sapere se le raccomandazioni funzionano?


Un aumento dell’energia e una maggiore sensazione di calma sono segni chiari di una gestione dello stress efficace.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.

Acufene

Cosa si intende per acufene?


L’acufene si riferisce alla percezione di un rumore costante, simile a un ronzio, un ticchettio o un sibilo. È estremamente comune: soltanto negli Stati Uniti, milioni di persone soffrono di acufene. Le persone affette da acufene grave possono avere problemi di udito, nonché difficoltà nel lavoro e persino nel dormire.


Quali sono le cause dell’acufene?


Tra le cause dell’acufene vi sono la perdita di udito, l’esposizione a rumori forti o i farmaci (in particolare i farmaci tipo Valium [benzodiazepine] e i farmaci antinfiammatori non steroidei come l’aspirina e l’ibuprofene). L’acufene può anche essere un sintomo di altri problemi di salute, come allergie, pressione alta o bassa, tumori e problemi al cuore, ai vasi sanguigni, alla mascella e al collo.


Quali fattori alimentari sono importanti in caso di acufene?


Poiché l’acufene può essere legato alla salute dei vasi sanguigni, è opportuno seguire le principali raccomandazioni alimentari che supportano la salute cardiaca e vascolare:


  • Aumentare l’assunzione di oli omega 3 inserendo nella propria dieta olio di semi di lino, noci e pesce d’acqua fredda.
  • Aumentare l’assunzione di grassi monoinsaturi salutari per il cuore grazie a un maggior consumo di noci e semi, tra cui mandorle, noci del Brasile, cocco, nocciole, noci di macadamia, noci pecan, pinoli, pistacchi, semi di sesamo e di girasole, e all’utilizzo di olio monoinsaturo, ad esempio olio di oliva, avocado o canola.
  • Mangiare ogni giorno cinque o più porzioni di frutta e verdura varia, soprattutto verdure verdi, arancioni e gialle, bacche di colore scuro e agrumi. I composti antiossidanti contenuti in questi cibi vegetali, quali caroteni, flavonoidi, selenio, vitamina E e vitamina C, svolgono un importante ruolo nel proteggere l’organismo dallo sviluppo dell’aterosclerosi.
  • Aumentare l’assunzione di fibre. È stato dimostrato che una dieta ricca di fibre protegge dall’insorgenza dell’aterosclerosi. La fibra alimentare, in particolare quella solubile contenuta nei legumi, nella frutta e nella verdura, è efficace per ridurre i livelli di colesterolo.
  • Limitare l’assunzione di carboidrati raffinati (zucchero e cereali raffinati). Lo zucchero e gli altri carboidrati raffinati rappresentano un fattore importante nello sviluppo di aterosclerosi, infiammazione e resistenza all’insulina.

Quali integratori alimentari sono importanti in caso di acufene?


Integratori di base. Integratore multivitaminico e multiminerale ad alto dosaggio; vitamina D3 2.000-5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA+DHA da 1.000 a 3.000 mg/giorno.


I semi d’uva o l’estratto di corteccia di pino contengono flavonoidi che producono vari effetti di grande valore al vaso sanguigno. Offrono un supporto essenziale a qualsiasi tessuto corporeo. Dose: tra 150 e 300 mg al giorno.


L’integrazione di magnesio si è dimostrata utile in alcuni casi di acufene, soprattutto quelli legati a traumi. Dose: da 150 a 250 mg di magnesio tre volte al giorno. Il magnesio legato all’aspartato, al citrato e al malato è preferibile rispetto al magnesio legato all’ossido per via del migliore assorbimento.


L’integrazione di zinco può alleviare o eliminare l’acufene nei soggetti con carenza di zinco, un’insufficienza comune in molti casi di acufene. Dose: da 30 a 45 mg al giorno.


Il ginkgo biloba si è dimostrato utile in alcuni studi in doppio cieco. Le persone con acufene di recente insorgenza hanno maggiori probabilità di rispondere al GBE rispetto a coloro che ne soffrono da almeno 3 anni. Dose: da 240 a 320 mg al giorno.


La forma metilcobalamina della vitamina B12 è particolarmente indicata, poiché quasi la metà dei pazienti con acufene ha una carenza di B12. In seguito alla somministrazione della forma metilcobalamina di B12, numerose persone con bassi livelli di questa vitamina sono guarite dall’acufene. Dose: da 3 a 5 mg al giorno per un mese e poi ridurre a 1 mg (1.000 mcg) al giorno come dose di mantenimento.


La melatonina ha dimostrato di essere molto utile per l’acufene in studi in doppio cieco. Sebbene la maggior parte delle persone abbia riscontrato benefici, la melatonina è risultata più efficace negli uomini con acufeni più gravi in entrambe le orecchie e/o con un passato clinico di esposizione al rumore. I ricercatori ritengono che, in caso di acufene, la melatonina possa apportare diversi benefici tra cui aiutare a migliorare la qualità del sonno. Si tratta di un meccanismo d’azione interessante, soprattutto perché l’acufene è spesso un effetto collaterale dei sonniferi da prescrizione. Dose: 3 mg al momento di coricarsi.


Come faccio a sapere se il programma funziona?


Miglioramento costante e persistente


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.

Ulcere

Cosa provoca un’ulcera?


Sebbene le ulcere duodenali e gastriche possano insorgere in diverse sedi, sembrano essere il risultato di meccanismi simili. In particolare, lo sviluppo di un’ulcera duodenale o gastrica è il risultato del danneggiamento delle componenti protettive che rivestono lo stomaco e il duodeno, ad opera di diversi fattori: un’eccessiva quantità di acido gastrico, il batterio Helicobacter pylori (H. pylori) e diversi farmaci, quali antinfiammatori non steroidei e prednisone.


Quali fattori alimentari sono importanti in caso di ulcera?


Le allergie alimentari sembrano essere un fattore primario in molti casi di ulcere duodenali o gastriche. Un’alimentazione priva di allergeni alimentari è stata impiegata con ottimi risultati nel trattamento e nella prevenzione delle ulcere duodenali o gastriche recidivanti. È particolarmente importante evitare il consumo di latte e derivati. Il latte è uno degli allergeni alimentari più comuni e gli studi condotti sulla popolazione dimostrano che maggiore è il consumo di latte, maggiore è la probabilità di insorgenza di ulcere duodenali o gastriche. Il latte, così come il caffè, aumentano notevolmente la produzione di acidi gastrici. Chi soffre di ulcere duodenali o gastriche dovrebbe evitarne il consumo.


Un’alimentazione ad alto contenuto di fibre è associata a una riduzione del tasso di ulcere duodenali o gastriche, rispetto a un’alimentazione a basso contenuto di fibre, grazie alla diminuzione dell’acidità gastrica prolungata. È stato dimostrato che anche gli integratori di fibre (ad esempio, pectina, gomma di guar, crusca d’avena e psillio) producono effetti benefici.


Inoltre, è stato dimostrato che il succo di cavolo crudo favorisce notevolmente il trattamento delle ulcere duodenali o gastriche. Stando a uno studio, 1 litro di succo fresco di cavolo crudo al giorno, assunto a intervalli, ha portato alla guarigione totale delle ulcere duodenali o gastriche in circa soli dieci giorni. Si ritiene che l’effetto benefico sia dovuto all’aminoacido glutammina, necessario nella rigenerazione cellulare delle pareti dell’intestino tenue. I broccoli e i cavoletti di Bruxelles appartengono alla stessa famiglia dei cavoli e il loro consumo regolare favorisce la prevenzione delle ulcere duodenali o gastriche recidivanti, in quanto alimenti ricchi di sulforafano, un composto che può aiutare efficacemente l’organismo a debellare l’Helicobacter pylori. Questo batterio è responsabile della maggior parte delle ulcere peptiche e aumenta il rischio di comparsa di tumore dello stomaco da tre a sei volte, oltre a essere il fattore scatenante di un’ampia gamma di altri disturbi dello stomaco, tra cui gastrite, esofagite e indigestione acida.


Quali integratori alimentari sono importanti in caso di ulcera?


Integratori di base. Integratore multivitaminico e multiminerale ad alto dosaggio; vitamina D3 2.000-5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA+DHA da 1.000 a 3.000 mg/giorno.


La DGL (liquirizia deglicirrizzata) è uno speciale estratto di liquirizia che favorisce efficacemente la guarigione del rivestimento intestinale. La liquirizia è storicamente considerata un’ottima medicina per il trattamento dell’ulcera peptica. Tuttavia, a causa degli effetti collaterali dell’acido glicirretinico in essa contenuto (che in alcuni casi può causare un aumento della pressione sanguigna), è stata sviluppata una procedura per estrarre questo composto dalla liquirizia e produrre la liquirizia deglicirizzata (DGL). Numerosi studi condotti nel corso degli anni hanno dimostrato che l’assunzione di DGL favorisce efficacemente la guarigione intestinale. La DGL agisce secondo un meccanismo di stimolazione e/o accelerazione dei fattori protettivi che rivestono lo stomaco e il duodeno, così come di aumento del numero di cellule che producono mucina. Dosi: assumere una o due compresse masticabili da 380 mg per tre volte al giorno prima dei pasti.


La Carnosina di zinco presenta un ritmo di rilascio più lento del minerale rispetto ad altre forme di zinco, consentendogli di agire più a lungo, favorendo così la guarigione gastrica. La carnosina di zinco può favorire il mantenimento di una mucosa sana e l’equilibrio batterico dell’apparato digerente. Studi clinici condotti sull’uomo hanno dimostrato le sue capacità di combattere il batterio (Helicobacter pylori) legato all’indigestione e alla comparsa di ulcere. Dose: 75-150 mg per due volte al giorno.


Come faccio a sapere se il programma funziona?


Il miglioramento dei sintomi caratteristici dell’ulcera ne è la prova. Negli studi condotti sulla DGL, la maggior parte dei soggetti ha riscontrato miglioramenti nelle prime due settimane di utilizzo.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.

Vene varicose

Cosa si intende per salute delle vene?


Le vene sono strutture piuttosto fragili. Difetti nella parete di una vena possono portare alla dilatazione della stessa e al danneggiamento delle valvole. Generalmente, queste valvole impediscono al sangue di risalire, ma se danneggiate, il sangue si accumula e provoca il rigonfiamento delle vene, noto come varicosi. Le vene varicose possono essere asintomatiche o associate ad astenia, fastidio, senso di pesantezza o dolore alle gambe. Possono anche essere associate a ritenzione di liquidi (edema), decolorazione e comparsa di ulcere della pelle.


Cosa influisce sulla salute delle vene?


I seguenti fattori possono comportare una cattiva salute delle vene o vene varicose: debolezza genetica delle pareti venose o delle loro valvole; pressione eccessiva all’interno della vena, dovuta a un aumento dello sforzo durante la defecazione causato da bassi livelli di fibre; lunghi periodi in piedi e/o sollevamento di carichi pesanti; danni alle vene o alle valvole venose dovuti a infiammazioni; fragilità delle pareti venose.


Quali fattori alimentari sono importanti per la salute delle vene?


Un’alimentazione ricca di fibre è la componente più importante per il trattamento e la prevenzione delle vene varicose (e delle emorroidi). Un’alimentazione ricca di verdura, frutta, legumi e cereali favorisce la peristalsi. Molti componenti delle fibre attirano l’acqua e formano una massa gelatinosa che rende le feci morbide, voluminose e facili da espellere. Le persone che seguono un’alimentazione povera di fibre tendono a sforzarsi di più durante i movimenti intestinali, poiché le loro feci, più piccole e più dure, sono più difficili da espellere. Questo sforzo causa un aumento di pressione nell’addome che ostacola il flusso di sangue verso le gambe. A lungo andare, l’aumento della pressione può indebolire significativamente le pareti venose, portando alla formazione di vene varicose o emorroidi.


I frutti di bosco ricchi di flavonoidi, come ciliegie, mirtilli e more, sono utili nella prevenzione e nel trattamento delle vene varicose. Queste bacche ad alto contenuto di flavonoidi migliorano l’integrità delle strutture di sostegno delle vene e dell’intero sistema vascolare. Gli estratti di molte di queste bacche sono ampiamente utilizzati in Europa come farmaci per diverse malattie di tipo circolatorio, tra cui le vene varicose. Gli estratti di semi d’uva e di corteccia di pino sono i più conosciuti e forse i più efficaci. La dose giornaliera raccomandata per questi estratti è di 150-300 mg al giorno.


Quali integratori alimentari sono importanti per la salute delle vene?


Integratori di base. Integratore multivitaminico e multiminerale ad alto dosaggio; vitamina D3 2.000-5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA+DHA da 1.000 a 3.000 mg/giorno.


Gli estratti di ippocastano standardizzati per l’escina (un composto chiave) sembrano essere efficaci quanto le calze a compressione, ma senza i fastidi che ne derivano. Per esempio, in un attento studio sull’efficacia dell’estratto di semi di ippocastano rispetto alle calze a compressione per le gambe, è stato dimostrato che entrambi hanno prodotto delle riduzioni quasi identiche nella ritenzione di liquidi. Inoltre, i ricercatori hanno dimostrato che l’escina presenta proprietà venotoniche. Un venotonico è una sostanza che migliora il tono venoso, aumentando il potenziale contrattile delle fibre elastiche della parete venosa. Il rilassamento della parete venosa contribuisce notevolmente allo sviluppo delle vene varicose. Queste proprietà venotoniche possono essere alla base degli effetti benefici degli estratti di semi di ippocastano sulla salute delle vene. Dosi: in base al contenuto di escina, 50 mg di escina al giorno.


Il pungitopo viene utilizzato da molto tempo per favorire la salute delle vene. Il principio attivo del pungitopo’è la ruscogenina. Ricerche cliniche hanno confermato che l’estratto di pungitopo migliora efficacemente la salute delle vene. Dose: per gli estratti standardizzati al 9-11 % di ruscogenina, 100 mg per tre volte al giorno.


Gli estratti di semi d’uva o di corteccia di pino favoriscono la salute delle vene. Dosi: da 150 a 300 mg al giorno.


Come faccio a sapere se il programma funziona?


Possono verificarsi dei miglioramenti nell’aspetto delle piccole vene a “tela di ragno”, e le vene varicose di grandi dimensioni subiranno dei piccoli cambiamenti. La ritenzione di liquidi (edema), la sensazione di pesantezza e l’affaticamento delle gambe possono migliorare nel tempo.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.

Perdita di peso

Che cos’è la perdita di peso?


Esistono letteralmente centinaia di diete e prodotti che affermano di essere efficaci per la perdita di peso. Tuttavia, l’equazione di base per dimagrire è sempre la stessa. Per perdere peso, una persona deve assumere una quantità di calorie inferiore a quelle bruciate. Questo obiettivo può essere raggiunto con la riduzione dell’assunzione calorica (dieta) e/o la riduzione della velocità di consumo delle calorie (attività fisica). La maggior parte delle persone inizia a dimagrire se riduce la quantità di calorie giornaliere al di sotto di 1.500 e fa esercizi aerobici per 15-20 minuti 3-4 volte alla settimana.


Quali sono le cause dell’aumento di peso?


L’aumento di peso è spesso legato alla resistenza all’ormone insulina. Quando le cellule adipose nell’addome aumentano di numero o di dimensione, secernono una serie di prodotti biologici (ad esempio la resistina) che mitigano l’effetto dell’insulina, compromettono l’utilizzo del glucosio nei muscoli e promuovono la produzione del glucosio (glicemia) da parte del fegato. L’aumento del numero e delle dimensioni delle cellule adipose causa inoltre una riduzione della secrezione di composti che promuovono l’azione dell’insulina.


Quali fattori alimentari sono importanti nella perdita di peso?


I carboidrati alimentari svolgono un ruolo fondamentale in tutti i programmi per la perdita di peso per via del loro effetto sulla sensibilità all’insulina. È importante evitare zuccheri raffinati, farinacei bianchi e altre fonti di zuccheri semplici perché vengono assorbiti rapidamente nel flusso sanguigno e causano un rapido aumento della glicemia, il che sottopone a grave stress il sistema di controllo della sua produzione.


È molto importante aumentare l’assunzione di fibre alimentari, soprattutto nella loro forma solubile. La fibra solubile è in grado di rallentare la digestione e l’assorbimento dei carboidrati e quindi impedisce il rapido aumento della glicemia. Queste fibre sono inoltre associate a un aumento della sensibilità dei tessuti all’insulina e al miglioramento dell’assorbimento del glucosio da parte di muscoli, fegato e altri tessuti; in questo modo si previene l’aumento sostenuto della glicemia.


Fonti particolarmente buone di fibre solubili sono rappresentate da legumi, crusca d’avena, noci, semi, pere, mele e la maggior parte delle verdure. Per ottenere un quantitativo sufficiente di fibra alimentare è necessario consumare grandi quantità di cibi di origine vegetale: fagioli, piselli e legumi sono in genere le fonti migliori per assumere grandi quantità di fibre in modo relativamente semplice.


Alle persone che hanno sviluppato un’insulinoresistenza e con uno scarso controllo della glicemia raccomanderei anche l’assunzione di un integratore di fibre alimentari chiamato PolyGlycopleX o PGX (illustrato di seguito). Questa matrice di fibra unica brevettata esercita il massimo grado di viscosità e ha proprietà di produzione di gel, il che la rende molto più efficace di qualsiasi altra fibra nel migliorare la sensibilità all’insulina e nell’attivare l’AMPk.


Quali integratori alimentari dovrei assumere per l’obesità?


Integratori di base. Integratore multivitaminico e multiminerale ad alto dosaggio; vitamina D3 da 2.000 a 5.000 UI/giorno; olio di pesce, EPA+DHA da 1.000 a 3.000 mg/giorno. È particolarmente importante assumere livelli sufficienti di cromo, ossia da 200 a 400 mcg al giorno.


PolyGlycoplex (PGX®) è una rivoluzionaria matrice di fibra alimentare supportata da oltre 15 anni di ricerca e sviluppo, oltre che da vasti studi preclinici e da test clinici. PGX è naturale al 100 %, non causa dipendenza, è sicura ed è priva di effetti collaterali gravi. Studi clinici dettagliati hanno mostrato i seguenti vantaggi derivanti dall’utilizzo di PGX:


  • Riduce l’appetito e promuove un’efficace perdita di peso
  • Stabilizza il controllo della glicemia
  • Aumenta la sensibilità all’insulina
  • Riduce l’indice glicemico di qualsiasi cibo, bevanda o pasto del 35-50 %.
  • Riduce i livelli ematici di colesterolo e trigliceridi

PGX è disponibile in varie forme, ad esempio granuli e capsule, ed è contenuta in miscele per bevande che inducono senso di sazietà o che sostituiscono i pasti. Dose: da 2,5 a 5 grammi prima dei pasti.


L’estratto di foglie di mora si è rivelato in grado di contribuire a migliorare il controllo glicemico e promuovere la perdita di peso. Dose: in genere equivale a 3.000 mg di foglie di gelso essiccate al giorno. La dose per un estratto con un rapporto 10:1 è di 100 mg tre volte al giorno prima dei pasti. Inoltre, può essere assunto in combinazione con PGX.


L’estratto di chicchi di caffè verde è ricco di acido clorogenico, un composto che ha dimostrato di migliorare il metabolismo del glucosio, bloccare l’accumulo di grasso e ridurre l’assorbimento del glucosio nell’intestino. Solo i chicchi di caffè verde crudi contengono una quantità significativa di questo salutare composto. Dose: 400 mg tre volte al giorno.


Il 5-Idrossitriptofano (5-HTP) viene convertito in serotonina nel cervello. Bassi livelli di serotonina attivano il senso di fame, soprattutto la voglia di zuccheri. Una serie di quattro studi clinici su donne sovrappeso ha mostrato che il 5-HTP contribuisce efficacemente alla perdita di peso. Dose: da 50 a 100 mg venti minuti prima dei pasti.


Gli estratti di tè verde con concentrati di catechine (flavonoidi polifenolici) accelerano in modo sano il metabolismo e promuovono la perdita di peso. Tuttavia, questi composti non vengono assorbiti con facilità dagli esseri umani. Green Tea Phytosome® è un estratto di tè verde deteinato di alta qualità combinato con fosfatidilcolina che ha un tasso di assorbimento da tre a cinque volte superiore agli altri prodotti a base di tè verde. Dose: 150 mg due volte al giorno.


Come faccio a sapere se le raccomandazioni funzionano?


Quando si sale sulla bilancia, si vede il peso totale, non il rapporto tra massa muscolare e grasso o la composizione corporea. Il sovrappeso è un fattore di rischio per infarti, ictus e diabete di tipo 2, ma non è il fattore di rischio critico. È più corretto affermare che è l’aumento di grasso corporeo a essere associato a queste patologie, non l’aumento del peso corporeo. Per stabilire in modo più accurato la composizione corporea, consiglio di utilizzare una bilancia in grado di misurare la percentuale di grasso corporeo. La percentuale di grasso corporeo ideale per le donne dovrebbe essere inferiore al 25 %, per gli uomini al 20 %.


Le informazioni fornite non sono finalizzate a fornire diagnosi, trattamenti o consulenze mediche. Il contenuto viene presentato a scopo puramente informativo. Rivolgersi a un medico o a un altro professionista della salute per eventuali diagnosi o opzioni di trattamento medico o sanitario. Le informazioni contenute in questa pagina non devono essere considerate un’alternativa alla consulenza di un professionista della salute.